ANGELA LOMBARDO
Cronaca

"E’ molto difficile essere visibili". Le analisi sorprendenti dei bambini

In centinaia hanno partecipato ai laboratori declinando a modo proprio il concetto dell’invisibilità ed esprimendo concetti profondi come "gli altri non possono vedere la tua anima, solo il tuo corpo".

In centinaia hanno partecipato ai laboratori declinando a modo proprio il concetto dell’invisibilità ed esprimendo concetti profondi come "gli altri non possono vedere la tua anima, solo il tuo corpo".

In centinaia hanno partecipato ai laboratori declinando a modo proprio il concetto dell’invisibilità ed esprimendo concetti profondi come "gli altri non possono vedere la tua anima, solo il tuo corpo".

"È molto facile essere invisibili ma è molto difficile anche essere visibili". Zeno ha 9 anni. E come spesso fanno i piccoli, dà una risposta sorprendente alla domanda "Che cos’è per te l’invisibile?". Non sono da meno Francesco, Vanessa, Anna, Camilla, Alfredo e tanti altri bambini, da 5 a 10 anni, che hanno frequentato i laboratori della sezione Kids del Festival della Mente. Scorrerle è un piacere. Si scopre che se per qualcuno l’invisibile è "Un fantasma", o "Pit, il mio amico immaginario" oppure ancora semplicemente "Qualcosa che non si può vedere", per altri è "Qualcosa che non si può vedere né toccare ma che si può immaginare e pensare", "Qualcosa in cui si può credere", "Qualcosa che non si può vedere però che forse esiste", "Quello che vediamo ma non riusciamo a capire". Fino ad arrivare a frasi come "La fatica si vede le emozioni no" o "Gli altri non possono vedere la tua anima, solo il tuo corpo".

I piccoli intervistati sono solo alcuni dei circa 500 bambine a bambini che nello scorso fine settimana hanno partecipato alle attività del Festival della Mente, appena concluso. Undici appuntamenti che, ruotando intorno al tema di quest’anno, l’invisibile, hanno esplorato mondi diversi: dal teatro alla tecnologia, dall’arte all’astronomia, dal mistero alle emozioni. La sezione si è aperta venerdì sera con lo spettacolo teatrale "Favola di Cì", che ha registrato il tutto esaurito prima ancora dell’inizio del festival per tutte e tre le serate di rappresentazione. Spettacolo surreale e divertente, a cura di Scarti, portato in scena da detenuti-attori della Casa circondariale di La Spezia.

Ma il tutto esaurito ha toccato tutte le attività proposte. Come era prevedibile, le più gettonate sono state quelle dedicate all’astrofisica, tecnologia e creatività, autoritratti e stampa calcografica. A seguire, ma con poco distacco, le attività più ludiche. "Detective per caso - dice la curatrice della sezione Francesca Gianfranchi -, storytelling digitale, stop motion e l’incontro spettacolo Favolosofia". Ma a dare particolare soddisfazione alla curatrice sono i due workshop introdotti quest’anno sotto il titolo "praticaMente", destinati non ai bambini e ragazzi ma a chi con loro lavora o si rapporta quotidianamente. "Si tratta di incontri pratico-esperienzali - spiega Gianfranchi - per insegnanti, educatori, formatori, genitori. Sono occasioni per sperimentare pratiche nuove che possano essere poi riproposte da ciascuno nel proprio ambito educativo. Sono stati due. Uno sull’albo illustrato, strumento che secondo me è sottovalutato, ma che trovo straordinario. Con poche parole dice tantissimo e aiuta a tirare fuori le emozioni. L’altro, invece, è stato un lavoro sull’inclusione. Utilizzando strumenti grafico visivi i partecipanti si sono messi nei panni di chi ha una qualche forma di impedimento, quindi bendati, usando la mano sinistra e così via per provare a comprendere e ad accogliere le differenze". I posti disponibili per le due attività, sessanta in totale, sono andati via subito. "Nel giro di qualche giorno dall’apertura dell’iscrizione - precisa Gianfranchi -, segno che intercettano una necessità diffusa di sperimentare nuovi strumenti comunicativi".

Alina Lombardo