ILARIA ULIVELLI
Salute

Allergie, lotta al tormento di primavera: “I nuovi test diagnostici alleati preziosi”

Le parole della dottoressa Donatella Macchia, direttrice della struttura di Allergologia e immunologia clinica, Firenze e Empoli, dell’Asl Toscana centro. E il cambiamento climatico ha un impatto rilevante. I pollini ora rimangono nell’aria più a lungo

Le allergie sono una vera croce di primavera: un problema sempre più diffuso e che i cambiamenti climatici acuiscono

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Firenze, 4 giugno 2025 – Tempo di allergie. Ne abbiamo parlato con Donatella Macchia, direttrice della struttura di Allergologia e immunologia clinica, Firenze e Empoli, dell’Asl Toscana centro. Dottoressa Macchia, quali sono i principali allergeni primaverili legati al polline? «I primi a farsi vivi sono i pollini del cipresso che persistono nell’aria fino ad aprile. A seguire, troviamo i pollini di graminacee, parietaria e olivo. Fino ai primi giorni d’estate si aggiungono anche i pollini delle composite, ovvero margherite, girasoli e i fiori gialli che si trovano nei campi e nei prati». Quanto influiscono cambiamenti climatici e inquinamento sulla stagionalità delle allergie? «I cambiamenti climatici hanno un impatto rilevante: i pollini ora persistono nell’aria per periodi molto più lunghi rispetto al passato, spesso settimane o mesi, con una maggiore concentrazione anche a causa dell’inquinamento».

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Le malattie allergiche sono in aumento anche nella popolazione adulta? «Sì, le malattie allergiche sono al terzo posto in Italia tra le malattie infiammatorie croniche, subito dopo l’ipertensione arteriosa e l’osteoporosi. Sono in costante aumento anche nella popolazione adulta. I sintomi, come il raffreddore, la congiuntivite, la tosse e l’asma bronchiale, diventano sempre più persistenti e spesso vengono trascurati». Ci sono allergie crociate tra polline e alimenti che possono peggiorare le manifestazioni? «Più che di allergie crociate è corretto parlare di un incremento della sensibilizzazione verso proteine condivise tra pollini e alimenti, soprattutto frutta e verdura. L’allergia alimentare più comune in Italia riguarda proprio la frutta». Esistono nuovi test diagnostici più precisi e rapidi per identificare le allergie? «Esistono esami avanzati, come la diagnostica molecolare, che permette la ricerca di anticorpi IgE specifici verso le proteine allergeniche. Questi esami sono semplici da effettuare, basta un prelievo del sangue, ma complessi da interpretare e dunque riservati agli specialisti. Permettono di individuare con maggiore precisione le molecole verso le quali l’allergico reagisce e consentono anche di stabilire la gravità della malattia, così da ottimizzare il trattamento».

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Quali sono le nuove frontiere nella terapia per le allergie stagionali? Esistono approcci innovativi che vanno oltre i tradizionali antistaminici? «Le terapie tradizionali, come gli antistaminici, gli spray inalatori e gli spray nasali, sono indispensabili. La novità sta nel fatto che, più tempestivamente si inizia la terapia, migliori sono i risultati. Infatti, una somministrazione precoce può non solo migliorare la sintomatologia, ma anche prevenire la cronicizzazione della malattia allergica. Tra le terapie tradizionali vanno inclusi anche i vaccini specifici, che modulano la risposta allergica con grande efficacia. Tuttavia, è importante ricordare che la malattia allergica è una condizione cronica, e anche dopo una terapia vaccinica, i sintomi possono ripresentarsi e vanno trattati tempestivamente». Nuovi farmaci? «Come dicevo, le terapie tradizionali restano fondamentali, ma in caso di asma grave, ad esempio, sono disponibili trattamenti con farmaci biologici. Gli anticorpi monoclonali agiscono specificamente contro le molecole dell’infiammazione allergica e sono ora una risorsa terapeutica importante».

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La dottoressa Donatella Macchia, direttrice della struttura di Allergologia e immunologia clinica, Firenze e Empoli, dell’Asl Toscana centro

Cosa distingue le intolleranze alimentari dalle allergie alimentari? «Le intolleranze alimentari non sono legate a una risposta immunitaria, ma possono derivare dall’incapacità dell’individuo di produrre alcuni enzimi necessari alla digestione, come nel caso dell’intolleranza al lattosio. Possono anche essere causate dall’accumulo di alimenti ricchi di sostanze farmacologicamente attive, come istamina e tiramina, o da un’eccessiva assunzione di additivi come conservanti e coloranti. Le intolleranze sono generalmente situazioni transitorie e dose-dipendenti: più si assumono certi alimenti, maggiori sono le possibilità di avere disturbi. Un’alimentazione corretta, con una minore assunzione di questi alimenti, può risolvere la sintomatologia».