
Il violento incendio che ha distrutto diverse fabbriche a Oste di Montemurlo
A innescare il violento incendio che ha distrutto tre capannoni a Bagnolo, zona industriale di Montemurlo, fra via Bisenzio e via dell’Industria, potrebbe essere stato un dispositivo incendiario azionato con un timer. E’ la pista privilegiata degli investigatori che stanno ricostruendo quello che è accaduto nella notte fra venerdì e sabato quando un incendio ha ridotto in cenere la Logistica Verrilli srl, che si affaccia su via Bisenzio 72, il maglificio Bartolini e la ditta "Archetipo" che fornisce stand per le fiere. A convincere gli investigatori sono state le immagini di una telecamera di sorveglianza di via Bisenzio che ha ripreso l’inizio del rogo partito, secondo quanto riferito, da una fiammata generata – senza motivo – da alcuni pancali di legno accatastati nel piazzale della Logistica Verrilli. Il video, però, non ha ripreso nessuno che si avvicina o si allontana dal punto in cui sono scoppiate le fiamme: motivo per cui si pensa a un congegno azionato a tempo. Una pista che deve trovare conferme e su cui gli investigatori – vigili del fuoco e carabinieri – stanno facendo accertamenti scavando tra il cumulo di macerie rimasto all’esterno delle tre ditte. La procura, diretta da Luca Tescaroli, ha aperto un fascicolo per incendio doloso. A dare l’allarme è stato un cittadino orientale: non è ben chiaro se l’uomo stesse passando per caso da lì (difficile vista l’ora e la zona prettamente industriale) o se si trovasse in una delle ditte circostanti, a lavorare. E’ stato comunque il cinese il primo ad accorgersi di quello che stava accadendo e a chiamare i soccorsi evitando che il fuoco potesse attaccare altri capannoni, oltre al magazzino del maglificio Bartolini e della Archetipo. Tutto il complesso si trova sotto sequestro.
La procura vuole chiarire i collegamenti che la ditta di logistica di Montemurlo ha con il resto del territorio e in particolare se ha interessi, oltre che nella logistica, anche nel settore delle grucce. L’incendio appare del tutto simile al triplice attacco incendiario di febbraio ai danni di altre tre aziende di logistica a gestione cinese: una a Seano, una a Prato e una Campi Bisenzio. In questo caso i tre incendi, scoppiati a distanza di mezz’ora l’uno dall’altro, furono scatenati da una bottiglia incendiaria recapitata alle ditte e fatta esplodere con un telecomando dall’esterno. Le ditte cinesi sono risultate collegate anche al settore delle grucce, comparto sul quale due gruppi contrapposti cinesi si stanno dando battaglia da anni per controllarne il mercato. Il sospetto degli investigatori è che anche l’incendio a Montemurlo possa essere collegato al triplice attacco incendiario del febbraio scorso e quindi alla faida all’interno della comunità cinese.