
E’ stato arrestato dalla squadra mobile di Prato per un omicidio che avrebbe commesso in Cina nel lontano 1989....
E’ stato arrestato dalla squadra mobile di Prato per un omicidio che avrebbe commesso in Cina nel lontano 1989. Si tratta di Xie Binglong, un cinese che dice di avere 53 anni, sempre se questo è il suo vero nome. L’uomo, difeso dall’avvocato Alessandro Fantappiè (foto), si trova ora rinchiuso nel carcere della Dogaia in attesa che la Corte di Appello di Firenze decida se dare il via libera all’estradizione oppure no.
Secondo quanto emerso, la polizia aveva questo nome negli archivi. La giustizia cinese lo stava cercando per l’omicidio di un connazionale commesso nel lontano 1989 per motivi legati a un debito o a un prestito di soldi. Subito dopo l’omicidio, Xie Binglong riuscì a scappare dalla madrepatria rifacendosi una nuova identità. Arrivò in Italia e dopo poco ebbe anche un figlio. Qui ha vissuto il resto della sua vita facendo, almeno sulla carta, l’operaio tessile.
Alla fine però la squadra mobile è riuscita a rintracciarlo a Prato e a portalo in carcere come richiesto dalle autorità cinesi che hanno chiesto la sua estradizione in virtù di una condanna definitiva all’ergastolo. In Cina c’è ancora la pena di morte e la situazione delle carceri non è buona. Ma le autorità cinesi hanno parlato di una condanna all’ergastolo che potrebbe valere all’uomo il via libera all’estradizione. L’avvocato Fantappiè si è opposto e la decisione resta al momento pendente.
Le autorità italiane si sono adoperate per collaborare con i colleghi cinesi, peccato che non sia così quando sono le autorità italiane a chiedere collaborazione.
L.N.