CARLO BARONI
Cronaca

L’omicidio di Flavia a Sant’Ermo: "Ero da solo, nessuno mi ha aiutato"

Kristian Emanuele Nannetti, 34 anni, reo confesso del delitto, è stato sentito nuovamente dal pm. Chiuse le indagini sull’uccisione della Mello Agonigi: l’udienza preliminare non è ancora stata fissata.

Le indagini a Sant’Ermo sull’omicidio di Flavia Mello Agonici (foto Bongianni/Germogli)

Le indagini a Sant’Ermo sull’omicidio di Flavia Mello Agonici (foto Bongianni/Germogli)

"Ho fatto tutto da solo", avrebbe ripetuto Kristian Emanuele Nannetti, 34 anni – assistito dall’avvocato Massimiliano Calderani – al pubblico ministero che lo ha sentito, nuovamente, nei giorni scorsi. Nannetti – si apprende – ha confermato, precisando alcuni punti, la versione già resa agli inquirenti sull’omicidio dei Flavia Mello Agonigi. Nannetti avrebbe ribadito di essersi difeso dall’ira di Flavia con cui era scoppiata una lite sui soldi della prestazione concordata. Lei avrebbe preteso soldi in più per essere arrivata da Chiesina Uzzanese (la notte fra l’11 e il 12 ottobre scorsi) a Sant’Ermo per andare a casa del 34 enne.

Nannetti – riguardo la dinamica della colluttazione – avrebbe confermato che Flavia lo avrebbe preso per il collo e lui, sentendosi soffocare, l’avrebbe colpita in testa con una bottiglia. Ma lei sarebbe tornata ad afferrarlo nuovamente, così, trovato un coltello sul tavolo, la colpì all’ascella e dietro la schiena. Poi, nel panico, Nannetti ha ripetuto di aver preso il cadavere, di averlo coperto e portato in cantina: "Non c’era nessuno con me, nessuno mi ha aiutato, ho fatto tutto da solo", avrebbe sottolineato al magistrato sgomberando il campo da potenziali sospetti di concorso di altri soggetti nella fase dell’occultamento. La procura, intanto, ha chiuso le indagini contestando a Kristian Emanuele Nannetti il reato di omicidio e occultamento di cadavere. Il corpo e il responsabile della sua uccisione, furono individuati una decina di giorni dopo la sparizione della Mello Agonigi, dalle indagini del commissariato di polizia di Pontedera e della Squadra Mobile di Pisa che misero in campo un’attività investigativa imponente: la svolta fu il ritrovamento della Opel di Flavia grazie a Google Maps; da lì fu individuato il cadavere nella cantina. Poi gli agenti salirono in casa da Nannetti che ammise subito il delitto. Gli accertamenti medico legali – effettuati dal professor Marco Di Paolo su incarico del pm Giovanni Porpora – hanno riscontrato, almeno venti ferite inferte con un coltello e confermato la colluttazione fra i due. Flavia, aveva cercato difendersi, come dimostrano le lesioni alle mani e alle dita (sette in totale), che provano la reazione della vittima e il suo tentativo di afferrare l’arma per evitare i fendenti. La Agonigi morì per l’emorragia causata dalle multiple ferite da punta e da taglio.

L’udienza preliminare non è stata ancora fissata. In quella sede il difensore potrebbe scegliere di procedere con il rito abbreviato (sconto di un terzo della pena in caso di condanna) dentro il quale cercare di valorizzare il narrato di Nannetti e la sua piena confessione del delitto. La famiglia della vittima è assistita dall’avvocato Gabriele Dell’Unto.

Carlo Baroni