CARLO BARONI
Cronaca

Inceneritore, il dibattito si allarga: "Qualcuno vorrebbe anche riaprirlo"

Il sindaco Macelloni sta con Retiambiente: "Livorno? Servivano 20 milioni per un impianto di 50 anni fa" .

Il sindaco Macelloni sta con Retiambiente: "Livorno? Servivano 20 milioni per un impianto di 50 anni fa" .

Il sindaco Macelloni sta con Retiambiente: "Livorno? Servivano 20 milioni per un impianto di 50 anni fa" .

Quando si parla di rifiuti, ambiente e sostenibilità, e sguardo al futuro, a Renzo Macelloni – sindaco di Peccioli, terra della discarica modello in Toscana – non sfugge niente. E proprio il primo cittadino del paese Borgo dei Borghi, ha qualcosa da dire dopo l’ultima assemblea di Retiambiente che si è tenuta nei giorni scorsi: "Il mondo dei rifiuti ci regala sempre delle sorprese, non tutte facilmente comprensibili", precisa subito Macelloni. E una di queste, nei giorni scorsi, ha riguardato l’inceneritore di Livorno chiuso da due anni: una struttura risalente agli anni ’70, qualcosa come mezzo secolo fa, giorno più giorno meno. Ed è ferma ormai da due anni in attesa di lavori di adeguamento. Ma cos’è che ha colpito il sindaco Macelloni? Lo scrive lui stesso in una nota molto dettagliata e puntuale. facciamo un passo indietro di qualche giorno.

"Venerdì 27 giugno era programmata l’assemblea di Retiambiente che doveva approvare il bilancio consuntivo del 2024 e un punto prevedeva anche la riformulazione del piano degli investimenti, togliendo da questo 19 milioni di euro che originariamente erano previsti per re-ingegnerizzare l’inceneritore di Livorno – scrive Macelloni –. Impianto ormai chiuso da due anni". "Questa scelta, fatta da tempo dal Comune di Livorno e anche all’interno di Retiambiente – aggiunge il primo cittadino di Peccioli – andava solo regolarizzata formalmente con il voto dell’assemblea. Sia per ragioni economiche, sia perché l’investimento sembrava non valesse la pena. A maggior ragione anche dal punto di vista ambientale, dato che a tutti sarà chiaro che un conto è fare un nuovo termovalorizzatore, altro conto è fare una riapertura attraverso revamping di un impianto con una tecnologia di oltre 50 anni fa". Un passaggio che per Macelloni è chiarissimo: "Che senso poteva avere, oggi, mettere mano ad un impianto vecchio, superato, e che lo stesso territorio non vuole". Eppure non tutti la pensano così. Ci sono Comuni che si sono astenuti. Ma quello che ha colpito Macelloni è in particolare un voto.

"È successo che il Comune di Viareggio, capofila dei Comuni Rifiuti Zero, ha votato contro, ovviamente senza nessuna spiegazione – sottolinea il sindaco di Peccioli – . È quindi chiaro che voleva mantenere la possibilità di aprire un inceneritore. A parte il fatto che ci sono alcuni Comuni che vanno messi nella categoria degli ignari, che anch’essi senza nessuna spiegazione si sono astenuti, quindi per loro tutto è uguale, salvo di volta in volta dare segnali di grande sensibilità ambientalista". "Non resta che dire come, nel mondo dei rifiuti, ci sia sempre qualche notizia a dir poco curiosa", precisa ancora Macelloni evidenziando un atteggiamento "particolare, onestamente strano – conclude Macelloni – davanti ad un impianto che avrebbe richiesto investimenti estremamente rilevanti". Per Peccioli nessun dubbio: "il voto è andato a favore del piano di Retiambiente e del nuovo piano d’investimenti che ha cancellato i programmi che erano ancora in essere per l’inceneritore di Livorno". Per il quale, a questi punti – e dopo che l’argomento è al centro di un dibattito da diversi mesi – si va verso lo stop definitivo.

Carlo Baroni