STEFANO BROGIONI
Cronaca

Indagata la sindaca di Prato, ipotesi di corruzione per Bugetti. “Favorì un imprenditore tessile”

Il pm di Firenze chiede i domiciliari per lei e il carcere per Riccardo Matteini Bresci. La prima cittadina: “Proseguo con la stessa dedizione. Certa di poter chiarire tutto”

Ilaria Bugetti, 51 anni, sindaca di Prato

Ilaria Bugetti, 51 anni, sindaca di Prato

Firenze, 13 giugno 2025 – Perquisizioni all’alba, sequestri in municipio, una giunta che ora traballa per un avviso di garanzia al suo vertice. La fase due di un’inchiesta su criminalità cinese e imprenditoria colpisce al cuore la politica di Prato. Nel mirino della Dda di Firenze sono infatti finiti i rapporti tra la sindaca Pd della città, Ilaria Bugetti, 51 anni, e l’industriale Riccardo Matteini Bresci, 66.

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Sono entrambi accusati di corruzione e sulla loro testa pendono pesanti richieste di misura cautelare: carcere per l’imprenditore, domiciliari per la prima cittadina, eletta un anno fa al primo turno dopo due mandati in consiglio regionale a Firenze, dettaglio che ha definito la competenza territoriale presso la procura del capoluogo.

Sulle misure, deciderà il giudice dopo gli interrogatori preventivi previsti dal nuovo codice, fissati per la prossima settimana. “Il mio operato è sempre stato improntato alla correttezza personale, istituzionale e giuridica. Proseguo nel mio ruolo con la stessa dedizione e attenzione al bene comune che ha sempre guidato il mio impegno politico”.

“Un attrezzo mio”. In 113 pagine di richieste, i pm parlano di “rapporto patologico” tra i due e “asservimento” della sindaca agli interessi e ai desiderata dell’imprenditore, che recentemente ha patteggiato in un’altra inchiesta-scandalo. “Lei è un attrezzo mio da una vita, una creatura mia”, dice Matteini Bresci nelle intercettazioni di quella precedente indagine per corruzione, parlando con l’ex comandante dei carabinieri di Prato, Sergio Turini.

Il lavoro nascosto. La carriera politica della Bugetti è iniziata proprio da Cantagallo, dove ha sede l’attività dell’imprenditore. Di un’azienda, la Broker Techno srl, della galassia Bresci, sponsor della sua ascesa, la Bugetti è stata dipendente part time, dal 2016 al 2024. Rapporto di lavoro non denunciato agli uffici della Regione, secondo quanto accertato dai carabinieri del Ros: nel luglio 2024 prese l’aspettativa dalla Broker Techno dopo che il caso era stato sollevato da Fratelli d’Italia.

I voti della massoneria. Oltre a finanziamenti delle varie campagne elettorali, Matteini Bresci, gran maestro di una loggia massonica, avrebbe racimolato circa 4mila voti, fondamentali per l’elezione in consiglio nel 2020, recapitando “un ordinino” a tutti gli iscritti, cioè l’indicazione di votare per lei. Gli “omini con il cappuccio nero” l’avrebbero sostenuta anche nel 2024: “Lei è già stata “benedetta“ e quindi abbiamo per cinque anni qualcuno che ci ascolta”, dice Matteini Bresci.

I favori. Stando alle indagini, la “messa a disposizione” della Bugetti agli interessi dell’amico imprenditore non sarebbe mai venuta meno. Da consigliera regionale avrebbe patrocinato, impegnandosi direttamente con gli uffici, decreti regionali favorevoli alle attività della Colle: una rettifica del quantitativo d’acqua prelevabile ai fini della produzione di energia idroelettrica “gradita” agli interessi di una partecipata del gruppo Matteini Bresci, la Hydro Green Energy srl. Avrebbe fatto da garante a un “patto“ relativo alla cessione da parte di Confindustria Toscana Nord e del Comune di Prato delle quote della Gida spa alla multiutility Alia nell’ottica di abbattere i costi di depurazione industriale. E per evitare alla Colle la costruzione di un depuratore proprio, la Bugetti si sarebbe adoperata, anche in veste di sindaco, per la realizzazione della “fognatura separata“, anch’essa utile al contenimento dei costi delle industrie di Matteini Bresci. Proprio per questa opera, la sindaca avrebbe cercato di accontentare i consorziati per eliminare o ridurre il canone di affitto annuo da 22mila euro per l’area dell’ex Memorino individuata per lo stoccaggio dei materiali, ritenuto troppo “esoso”. La parola adesso al giudice.