
Il capogruppo di Fratelli d’Italia a Montemurlo da 100 giorni non ha risposte sull’accesso agli atti per i lavori al torrente. "Inaccettabile e fuori legge".
"Quasi 100 giorni di silenzio assordante dal Comune di Montemurlo". Antonio Matteo Meoni, capogruppo di Fratelli d’Italia, alza i toni e torna a denunciare un problema che, dice, si sta trascinando da mesi: i ritardi nelle risposte alle richieste di accesso agli atti. "Il 20 maggio 2025 – spiega – ho chiesto di conoscere quali interventi siano stati effettuati sul torrente Bagnolo, che è esondato durante l’alluvione del 2023. Sono passati più di tre mesi e non ho ancora ricevuto alcuna risposta ufficiale, in palese violazione dei termini di legge". E non si tratta di un caso isolato. "Un altro accesso agli atti – continua Meoni – l’ho presentato il 10 luglio 2025, questa volta sui rapporti di locazione attiva del Comune. Anche in questo caso, silenzio: oltre 46 giorni senza alcun riscontro". Il consigliere definisce "inaccettabile" un atteggiamento che, a suo dire, mette in difficoltà non solo l’opposizione, ma anche i cittadini: "I consiglieri comunali hanno un diritto, ma anche un dovere ispettivo. Se le nostre richieste vengono ignorate, si limita di fatto la rappresentanza".
Meoni, che non nasconde l’irritazione, si chiede apertamente se dietro ci sia la volontà di rallentare o ostacolare. "A volte mi domando: sono forse così scomode le nostre domande? Perché, se così fosse, non saremmo di fronte solo a un problema amministrativo, ma a un vero e proprio caso politico".
La denuncia tocca anche un punto tecnico: l’articolo 43 del Testo Unico sugli Enti Locali e la legge 241/1990 fissano termini chiari – 30 giorni – per rispondere agli accessi agli atti. "Aspettare tre mesi non è solo un disguido – sottolinea – ma una violazione della norma. Se questa situazione dovesse continuare, ci rivolgeremo al Prefetto".
Mentre a Montemurlo si accende il confronto, a Prato l’attenzione si concentra sugli interventi effettuati contro il rischio idraulico. Il commissario straordinario Claudio Sammartino ha convocato per oggi un tavolo operativo in palazzo Comunale. Sul tavolo, letteralmente, i punti deboli di una città che non ha dimenticato l’alluvione di novembre 2023 e che nelle ultime settimane ha rivisto strade allagate e tombini saltati per un nubifragio durato appena mezz’ora.
L’obiettivo dell’incontro è chiaro: capire cosa è stato fatto, cosa resta da fare e chi deve farlo. Sammartino ha chiamato a raccolta i settori comunali di Mobilità, Infrastrutture, Protezione Civile e Ambiente, ma anche Vigili del Fuoco, Consorzio di Bonifica, Publiacqua, Alia e Consiag Servizi Comuni.
Ognuno dovrà portare il proprio resoconto sul lavoro svolto: dallo sfalcio delle aree verdi al controllo delle gore, dalla manutenzione dei tombini alle verifiche sulle reti idriche. Un coordinamento che punta a non farsi trovare impreparati quando il cielo decide di rovesciare acqua sulla città. Il tema, del resto, non è nuovo. Già a inizio agosto Sammartino aveva ospitato in Comune il capo della Protezione Civile nazionale, Fabio Ciciliano, per avviare la revisione del Piano comunale di protezione civile, che scadrà nel 2026. L’incontro di oggi arriva a una settimana esatta dall’ultimo temporale violento, che ha colpito in particolare Montemurlo.
Caditoie intasate, fossi pieni di rifiuti, corsi d’acqua che faticano a contenere la pioggia: le criticità sono note, ma l’urgenza è sempre la stessa. E mentre un consigliere di opposizione parla di "silenzio assordante" su documenti richiesti, la città attende il rumore dei lavori di manutenzione.
Silvia Bini