SILVIA BINI
Cronaca

Settembre Pratese, oltre 25mila presenze sparite coi concerti. E 800mila euro persi

Niente musica in piazza Duomo: è una mazzata anche per l’indotto. Federalberghi: “Capitava di vendere in un solo giorno il 70% delle stanze”

settembre pratese concerto gazzelle

settembre pratese concerto gazzelle

Prato, 4 luglio 2025 – Fino all’anno scorso, bastava un colpo d’occhio per accorgersi che qualcosa stava succedendo: piazza Duomo gremita, le transenne, le luci, il brusio dell’attesa. Il Settembre Pratese, più di una semplice rassegna musicale, era diventato negli anni un appuntamento atteso. Una manifestazione che faceva battere il cuore della città più forte del solito e che per dieci giorni, tra fine agosto e la prima settimana di settembre, trasformava il centro in un palcoscenico vivo. Quest’anno, però, il sipario non si alzerà.

Nessun palco in piazza Duomo, nessuna scenografia sotto il castello di piazza delle Carceri: il Settembre Pratese 2025 è saltato.

Il Comune aveva messo sul piatto un investimento importante: 510mila euro per un biennio (2025-2026), con l’obiettivo di alzare ulteriormente l’asticella dopo il successo del 2024, quando con 75mila euro erano state organizzate cinque serate da tutto esaurito: da Panariello e Masini a The Kolors, da De Gregori a Vecchioni, fino al bagno di folla gratuito di Radio Bruno Estate più altre iniziative collaterali. Numeri impressionanti: il 45% del pubblico arrivava da Prato, il 40% dal resto della Toscana, il 15% da altre regioni.

“Se le elezioni comunali saranno davvero a maggio – avverte Sauro Venturi, presidente di Federalberghi Prato – non ci sarà il tempo materiale per organizzare nemmeno l’edizione del 2026. E questo sarebbe un danno immenso per la città”. Timori leciti. Il Settembre era una macchina complessa, fatta di artisti, tecnici, allestitori, ma anche di cameriere che servivano tavoli pieni, receptionist che accoglievano clienti, baristi che sfornavano caffè a ritmo continuo. Secondo le stime, circa 25mila persone - tra pubblico, entourage, maestranze - si riversavano ogni anno in città, portando una ricaduta economica consistente.

“È capitato in un solo giorno di vendere il 70% delle stanze disponibili - racconta Venturi - ma in generale si viaggiava su un incremento del 10-50% grazie all’indotto. Non solo spettatori, ma anche troupe, musicisti, manager. Il Settembre era, e spero sarà ancora, la manifestazione che più di ogni altra portava beneficio alla categoria”.

Difficile calcolare con precisione le perdite. Ma basta un esercizio semplice: se ognuna delle 25mila presenze avesse speso anche solo 3 euro in città per una bottiglietta d’acqua e un caffè sono già 75mila euro bruciati nel nulla.

Dietro a quei dieci giorni si muoveva una piccola economia: in dieci anni si parla di 200 persone impiegate solo nel 2024 tra artisti e staff, una rete di 500 artisti coinvolti in dieci anni, circa 800mila account raggiunti sui social nella scorsa edizione e 200mila spettatori complessivi dal 2014 a oggi.

Un indotto di 8 milioni di euro stimato dagli organizzatori (800mila euro ogni anno), tra ristorazione, ospitalità, trasporti e commercio. E adesso? Adesso si guarda al 2026 con incertezza. Senza una guida politica stabile e senza un’organizzazione pronta a partire già in autunno resta tutto nell’incertezza (e nel silenzio).

Silvia Bini