REDAZIONE PRATO

Sgomberato il presidio degli operai Texprint davanti al Comune di Prato

Otto persone portate in questura. Uno di loro è stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale, un'altra in ospedale per un malore

La protesta dei Sì cobas e degli operai della Texprint davanti al comune di Prato

Prato, 3 settembre 2021 - Sgomberato questa mattina il presidio organizzato da due giorni in piazza del Comune a Prato, dove otto operai della stamperia tessile pratese Texprint, insieme a due sindacalisti del Sì Cobas, erano in sciopero della fame per protestare "contro l'immobilismo delle istituzioni" che non hanno fatto nulla nonostante un gruppo di lavoratori dell'azienda protestasse "da 230 giorni per chiedere l'applicazione del contratto nazionale e di poter lavorare otto ore per cinque giorni invece che 12 per sette".

Lo rende noto lo stesso Sì Cobas, spiegando che le otto persone sono state portate in questura. "È arrivata la risposta delle istituzioni di Prato a 48 ore di sciopero della fame contro lo sfruttamento", sottolinea il sindacato in una nota, e "per puntare il dito contro l'immobilismo delle istituzioni, dopo sette mesi di sciopero in cui ancora non si conoscono i risultati del verbale dell'Ispettorato del lavoro, e richiedere la convocazione di un tavolo interistituzionale". Sì Cobas aggiunge che sotto la questura "si sta formando un presidio solidale, che in molti operai stanno raggiungendo. Fanno tanta paura questi operai che parlano e raccontano la realtà della schiavitù del distretto tessile. Così paura da doverli sgomberare come ladri durante la notte". 

Uno sgombero effettuato "con una violenza mai vista", come racconta L.T., sindacalista, in merito all'intervento delle forze dell'ordine di questa mattina. "Mi hanno afferrato da dietro, stringendomi il collo con un braccio - aggiunge - Mi mancava l'aria, non riuscivo neanche a parlare. Quando mi sono liberato ho detto 'ho paura, così mi ammazzi' e mi sono sentito rispondere 'fai bene ad avere paura'". Il rapresentante di Sì Cobas, nonostante il brutto momento vissuto, si considera uno di quelli a cui "è andata bene: altri sono stati colpiti con il manganello ed il presidio è stato completamente distrutto".

Uno dei lavoratori che sono stati portati in questura, di nazionalità senegalese, si trova in stato di arresto con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale; le altre persone fermate al presidio, invece, sono state rilasciate. Un altro dei partecipanti allo sciopero si trova attualmente in ospedale per un malore accusato una volta uscito dalla Questura.