REDAZIONE PRATO

Gli operai Texprint "Non abbiamo paura di essere cacciati"

Lo sciopero della fame continua, per ora è muro contro muro "La prefettura non ci convoca. E allora noi restiamo in piazza"

A sentire quella musica sparata a tutto volume si potrebbe pensare a una specie di festa in piazza del Comune. E invece è una protesta. Protagonisti otto lavoratori della Texprint e due sindacalisti del Sì Cobas, a cui se ne aggiungeranno a staffetta altri nei prossimi giorni. Mercoledì mattina hanno iniziato lo sciopero della fame accampandosi con tanto di tenda, tavoli, sedie e striscioni nel centro di Prato, sotto alla statua di Francesco Datini. Non se ne andranno e non mangeranno - dicono - fino a quando non avranno ottenuto il loro obiettivo: sedersi a un tavolo con la Prefettura, il Comune di Prato, la Regione e l’Ispettorato del lavoro per discutere della situazione che li vede protagonisti dal gennaio scorso. Da quando cioè gli operai della stamperia tessile Texprint hanno deciso di scioperare contro lo sfruttamento lavorativo. "Da parte della Prefettura ci è stato detto che il tavolo a cui chiediamo di partecipare verrà convocato solo ed esclusivamente se cesseremo la protesta", raccontano Luca Toscano e Sarah Caudiero di Si Cobas Prato. "La riteniamo una proposta indecente: sembra che il problema da risolvere non sia la situazione dei lavoratori della Texprint, ma il fatto che noi siamo qui in piazza a parlare di una realtà di cui evidentemente non bisognerebbe raccontare, secondo qualcuno. Il nostro intento è proprio quello di informare e sensibilizzare la cittadinanza. Per cui, o ci sediamo a questo tavolo e otteniamo delle risposte diverse da quelle che abbiamo ricevuto negli ultimi otto mesi, oppure il presidio va avanti. Non abbiamo paura di essere cacciati".

Toscano e Caudiero lanciano un appello alla Regione e al Comune di Prato. "Se non sono d’accordo con quanto affermato dalla Prefettura, possono convocare essi stessi il tavolo. Ne saremmo contenti, ma al momento non abbiamo avuto comunicazioni". Le richieste dei lavoratori sono ormai note. "Alle istituzioni chiediamo di compiere atti concreti che rientrano fra le loro competenze: riconoscimento agli operai dei permessi di soggiorno per sfruttamento; diritto alla residenza e all’assistenza medica di base e ritiro delle denunce e delle multe accumulate durante il presidio permanente davanti alla Texprint. Rispetto ai permessi di soggiorno, in un primo momento ci era stato detto che c’erano tutti i requisiti per avanzare la richiesta. Poi c’è stato un rallentamento e la situazione continua a non sbloccarsi".

Francesco Bocchini