
L’area. si trova in via del Guado a Santa Lucia, a due passi dal Cavalciotto
E’ una diffida a concludere entro 30 giorni l’istruttoria che accerti la piena proprietà del Comune su quel terreno e a sanzionare chi ha effettuato sullo stesso opere edilizie abusive in spregio anche dei vincoli imposti dalla Sovrintendenza. A presentarla, tramite gli avvocati Franco Bruno Campagni e Gianluca Nicodemo, è Elena Chiostrini che aspetta una risposta dal comune di Prato da oltre diciannove mesi. L’area in questione si trova in via del Guado a Santa Lucia, a due passi dal Cavalciotto, ed ecco perché è un luogo di interesse della Soprintendenza. Si tratta di una particella di 440 metri quadrati all’interno del complesso denominato ’Presa del Cavalciotto sul fiume Bisenzio con macchinari e lapide’, che fino al 1983 era un bacino che serviva per raccogliere le acque per il funzionamento del vicino mulino (oggi trasformato in appartamenti, così come tutte le fabbriche che un tempo lì avevano sede). Acque che arrivavano dalla vicina gora Bresci, quella che oggi separa l’abitazione di Elena Chiostrini dalla recinzione e dalla vegetazione che si trovano a meno di tre metri di distanza. Esattamente due anni fa sul luogo era intervenuta la Polizia edilizia che ha accertato la presenza "di un muro di confine con il corso d’acqua denominato “gorone” la cui parte inferiore risulta di antica realizzazione mentre la parte superiore si presenta in cemento e al di sopra di quest’ultima risulta installata una struttura in pali in ferro, rete metallica e canniccio funzionale a impedire la vista sull’area verde interna". Una relazione che ha spinto anche la soprintendente Antonella Ranaldi, a fare una comunicazione ufficiale al Comune (ufficio Abusi edilizi) e alla Procura per affermare che quei luoghi sono soggetti ai vincoli in materia di tutela paesaggistica e culturale.Il terreno si trova a meno di 50 metri dal Casotto dei calloni che è spesso visitato dalle scolaresche. A distanza di 19 mesi dal primo esposto però non c’è ancora una risposta da parte del Comune ed ecco perché Elena Chiostrini ha chiesto ai propri legali di presentare un nuovo sollecito-diffida, augurandosi che la presenza del commissario straordinario, Claudio Sammartino, sappia dare un’accelerazione alla pratica e arrivare alla riappropriazione da parte del Comune di quel terreno che da tempo, sembra, sia entrato nella proprietà di fatto di un privato che ha triplicato il proprio giardino, a scapito della collettività e della salute della stessa Elena Chiostrini che soffrendo di asma ha bisogno di aria e invece l’alta vegetazione cresciuta sul confine a meno di tre metri dalle finestre della propria abitazione le impedisce di avere una facile areazione.