L’appello del sindaco di Carmignano: “Basta cementificare e uniti nel chiedere risorse a Roma”

Edoardo Prestanti: “Domenica l’ennesimo campanello d’allarme: allagate le strade in cui non si doveva costruire. Anche i Comuni hanno colpe, non solo il governo”

Prato, 11 settembre 2024 – “C’è bisogno di uno sforzo eccezionale per la sistemazione idrogeologica, la prevenzione deve diventare patrimonio di tutti. Lo Stato deve mettere più risorse e semplificare le procedure per realizzare gli interventi necessari, ma i Comuni non sono esenti da colpe. Hanno una responsabilità enorme: aver consentito negli anni la cementificazione dei loro territori. Il nostro piano strutturale è a volumi zero. Facciano così anche gli altri”. Edoardo Prestanti, sindaco di Carmignano, parla chiaro.

Prestanti, il maltempo di domenica un altro fragoroso campanello d’allarme.

“E’ stata una giornata durissima, con 70 millimetri di acqua nel giro di due ore. Siamo intervenuti su strade e fognature già da sabato per ridurre al minimo i rischi, ma le due strade in cui abbiamo avuto allagamenti di cantine, via Petrarca a Comeana e via Spinelli a Poggio alla Malva, sono zone di lottizzazione dove si è costruito tombando i fossi. Puoi anche pulire le caditoie, come abbiamo fatto, ma il problema è ben più grave: lì, come in tante altre aree della piana, non si doveva costruire”.

L’alluvione di novembre lo ha dimostrato ampiamente.

“Molte delle zone colpite sono luoghi in cui non si doveva costruire, perché si sono tombati fossi, perché fiumi e fossi sono troppo vicini, perché sono aree alluvionali. Basta pensare a Campi, dove ci sono tetti delle case al di sotto del livello dell’argine del Bisenzio. Cementificazione e cambiamenti climatici: è una drammatica emergenza, davanti alla quale è necessario un cambiamento radicale, che deve riguardare tutti, dallo Stato, ai Comuni, ai cittadini”.

Partiamo da Roma.

“Lo Stato deve mettere più risorse, prima e non dopo le calamità, e semplificare le procedure: in Italia per una cassa di espansione servono cinque anni ed è una vergogna. Ribadisco le mie critiche al governo sui danni di novembre: al momento Roma ha stanziato per tutta la Toscana 66 milioni di euro, ma il conto è di 2,7 miliardi di danni. Nel frattempo il Comune di Carmignano ha sostenuto da solo 500mila euro di interventi in somma urgenza, si è fatto parte diligente con Genio Civile e Consorzio di Bonifica per la ricostruzione dei tratti fluviali danneggiati, chiedendo un piano straordinario di messa in sicurezza del torrente Furba e degli altri corsi d’acqua minori”.

C’è anche un problema di manutenzione.

“La pulizia delle caditoie è svolta da Publiacqua con gli interventi calendarizzati, da Alia con lo spazzamento stradale, dai nostri operai con un monitoraggio stagionale, dai volontari prima, durante e dopo gli eventi meteo critici. Si può fare meglio e di più? Forse sì e lavoreremo perché ognuno lo faccia, noi per primi. Tutti dobbiamo assumerci le nostre responsabilità, con politiche serie, urgenti e a livello di sistema. Per il nostro Comune la tutela dell’ambiente e del territorio è una priorità”.

Parli di cosa avete fatto.

“A parte il piano strutturale a volumi zero, due esempi fra i tanti possibili. Il primo riguarda i terreni agricoli, con le politiche per evitare le situazioni monoculturali di vigneti sulle colline, che incidono sul tempo di corrivazione, cioè il tempo che occorre a una goccia d’acqua per arrivare da monte a valle. In generale sottolineo il nostro impegno contro l’agricoltura monoculturale, chimica e intensiva”

Il secondo?

“La battaglia contro l’ampliamento dell’aeroporto di Peretola: con la Piana che abbiamo visto sott’acqua a novembre, non solo è dannoso come già sapevamo, ma oggi appare surreale. Se nei Comuni si autorizzano però altre lottizzazioni, altro cemento, è come se si costruissero tante piccole piste parallele. E quindi ci vuole coerenza. Non basta dire di no alla pista fiorentina”.

Un appello ai colleghi sindaci?

“Quando si riveste un ruolo pubblico si può sbagliare, fa parte della vita di ognuno di noi, ma non si possono ingannare i cittadini. Basta cemento. Dobbiamo recuperare il terreno strappato ai corsi d’acqua per colpa della cementificazione con aree di espansione, essere uniti nella battaglia per chiedere allo Stato più risorse e meno burocrazia. Il nostro territorio è molto fragile, il clima sta cambiando, dobbiamo cambiare anche noi”.

Anna Beltrame