Montemurlo (Prato), 10 settembre 2024 – «Siamo stanchi di non essere ascoltati, è stato un disastro annunciato. Le persone sono stufe di avere le case allagate perché i tombini non ricevono la pioggia, esattamente quello che è accaduto domenica. Vogliamo che il sindaco ci ascolti e adesso deve farlo». Sabrina Tabani guida il corteo formato da una cinquantina di cittadini, che ieri pomeriggio alle 17,30 si è presentato davanti al palazzo comunale di via Montalese. Una protesta spontanea nata sull’onda della rabbia dopo gli allagamenti che hanno di nuovo mandato sott’acqua seminterrati e case e costretto famiglie ad evacuare. L’alluvione di novembre ha lasciato una ferita aperta che domenica, quando l’acqua è tornata a invadere le strade di Bagnolo, Oste e del centro, ha gettato decine di famiglie nel panico e nello sconforto.
«Così è davvero troppo», dicono amareggiati i cittadini. Ancora fango e acqua, mobili da gettare, idrovore in funzione per tutta la notte. Un film già visto e soprattutto già vissuto soltanto dieci mesi fa. «Lo andiamo dicendo da tempo che i tombini non sono stati puliti dopo l’alluvione, ad aggravare la situazione ci sono stati i lavori di asfaltatura in via Scarpettini dove le caditoie sono state riempite di asfalto e detriti. A Bagnolo l’acqua che veniva giù da villa Pancrazi non veniva ricevuta dalle fogne, è una situazione allucinante - continuano i cittadini esasperati -. Il torrente Bagnolo non è esondato per poco, l’acqua era già arrivata al limite del ponticino e quel che è peggio lo Stregale: è stato necessario chiamare i carabinieri perché mandassero degli addetti a togliere la grata installata all’imbocco del fosso tombato».
Un video pubblicato su TikTok mostra il momento in cui la ruspa alza la grata che era stata messa a protezione del fosso tombato, ma che di fatto ha creato un tappo allagando garage, cantine e scantinati in via Giunti, via del Parco e via Fratelli Cervi, a pochi passi dal municipio. Sott’acqua è finita anche la zona di Oste e le immagini di ieri restituiscono una fotografia che nessuno avrebbe voluto vedere di nuovo: fango, galosce ai piedi, mobili accatastati in strada e persone esasperate a spalare fango e acqua. La pioggia è stata tanta: il pluviometro, installato alla Fattoria di Javello ha registrato 129 mm di pioggia, 129 mm quello presente alle Volpaie, zona Bagnolo, e 108 a Oste. Ma non basta come giustificazione a chi di nuovo si è trovato a fare i conti con l’alluvione. Proprio sullo Stregale è intervenuto il sindaco Calamai: «Sull’intervento il Comune di Montemurlo ha messo anima e corpo in questi mesi. La nostra priorità è stata quella che il tubo fosse risanato e messo in sicurezza e così è stato fatto attraverso l’inserimento della calza, una sorta di rinforzo della tubatura all’interno del tracciato intubato. Sulla base di quello che era accaduto lo scorso 2 novembre, l’obbiettivo principale della somma urgenza attivata era quello che il tubo venisse ripristinato ed effettivamente la tubatura ha retto bene. L’intervento sullo Stregale, però, deve essere ancora completato e accompagnato da ulteriori opere nella parte a monte, verso la collina, di competenza di altri enti, per garantire la sicurezza del tratto tombato e delle case che sono state costruite sul tubo stesso - prosegue Calamai -. Dovevamo impedire che il tubo, dove passa lo Stregale implodesse di nuovo, come era successo lo scorso novembre e così è stato, le opere a monte purtroppo non sono di competenza comunale e nonostante i solleciti ancora manca del lavoro». Il valore degli interventi è di 1,5 milioni, i lavori non sono ancora terminati «Sappiamo che ancora c’è una coda di opere strutturali da realizzare sulla parte a monte, che non rientrano nelle competenze comunali, come ad esempio la realizzazione di una griglia selettiva all’imbocco del tratto tombato in modo da prevenire altri fenomeni ostruttivi di detriti come accaduto nella tarda serata di domenica», conclude Calamai. «Sullo Stregale inoltre occorrono risorse e un progetto di bypass definitivo, un tracciato alternativo che consenta il transito delle portate di acqua provenienti dalla collina».