Morte di Luana D'Orazio, prime conferme: "L'orditoio fu manomesso"

Le anticipazioni sulla perizia commissionata dalla procura

Luana D'Orazio

Luana D'Orazio

Prato, 17 giugno 2021 - L'orditoio davanti al quale morì Luana D'Orazio, la giovane operaia della provincia di Pistoia straziata dalla grossa macchina dentro l'azienda tessile di Oste di Montemurlo, fu manomesso, probabilmente per guadagnare tempo durante il ciclo produttivo.

La saracinesca di sicurezza che permette di evitare che l'operaio rimanga in qualunque modo impigliato al macchinario non si abbassava. Secondo quanto emerso durante il sopralluogo dei periti, sarebbe stata accertata la manomissione del quadro elettrico per permettere il funzionamento della macchina

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E questo avrebbe permesso, secondo le ipotesi della procura, un risparmio di tempo. La perizia commissionata dalla stessa procura di Prato dice questo nelle prime risultanze. In attesa della consegna vera e propria della stessa perizia, che tecnici ed esperti dovranno consegnare entro e non oltre l'11 luglio. 

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Luana D'Orazio avrebbe quindi lavorato di fronte a un macchinario i cui pesanti ingranaggi continuavano a muoversi anche quando lei era nei pressi dell'orditoio. La ragazza morì il 3 maggio: fu "agganciata" dal macchinario e finì tra gli ingranaggi, morendo all'istante. 

L'ipotesi che i sistemi di sicurezza dei macchinari della ditta di Montemurlo in cui è morta Luana D'Orazio fossero stati manomessi per funzionare anche con i cancelli di protezione alzati era stato avanzata dalle prime fasi delle indagini. Nel fascicolo aperto alla procura di Prato, che indaga sul caso, oltre all'omicidio colposo contestato anche il reato di "rimozione o omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro".