Un mese fa la morte di Luana, "E' uscita per andare al lavoro e non è più tornata"

La Messa in memoria dell’operaia che ha perso la vita sul lavoro a 22 anni. Amici e parenti le hanno voluto rendere omaggio

Luana D'Orazio

Luana D'Orazio

Agliana (Pistoia), 5 giugno 2021 - In tanti ieri sera hanno voluto dimostrare vicinanza e affetto alla famiglia di Luana D’Orazio partecipando alla messa celebrata in ricordo dell’operaia che appena ventiduenne ha perso la vita mentre lavorava in un’azienda tessile di Oste di Montemurlo.

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Nella chiesa del Cristo Risorto, della parrocchia di Spedalino Asnelli ad Agliana, parenti, conoscenti e amici hanno preso parte alla celebrazione in ricordo della giovane a distanza di poco più di un mese dal giorno in cui è rimasta intrappolata nell’orditoio che l’ha uccisa. Era il 3 maggio quando la tragedia ha scosso un’intera comunità e ha lasciato nel dolore una famiglia che oggi accudisce il figlioletto di Luana di appena cinque anni. Ma non solo, perché la morte di Luana ha lasciato sgomenta tutta l’Italia, riportando alla ribalta il problema della sicurezza sul lavoro, troppo spesso dimenticato da chi dovrebbe esserne il garante.

«Siamo qui per ricordare Luana – ha detto don Anthony durante l’omelia – la conoscevo sin da bambina, da quando ha iniziato il catechismo e poi ha celebrato la comunione e la cresima. Purtroppo la morte arriva per ognuno di noi e non ci è dato conoscere, nel disegno divino, quale sarà quel giorno per noi. Non se lo aspettava di certo Luana che quella mattina era andata tranquillamente a lavorare. Dopo la morte di Luana tutto il paese ha assistito a un’altra tragedia. Tutti abbiamo visto con sgomento quante persone sono morte quel giorno, eppure volevano solo godersi una bella domenica spensierata, prendendo la funivia a Stresa per godersi il panorama. Solo un bambino è sopravvissuto e anche in questo caso un bimbo è rimasto solo".

Episodi drammatici dai quali, secondo il parroco, "dobbiamo imparare cosa è importante davvero nelle nostre vite. La nostra esistenza è così breve che noi dobbiamo fare del nostro meglio durante la vita in questa terra". Alla fine della messa don Anthony ha inoltre voluto ringraziare il sindaco di Montemurlo, Simone Calamai, per la vicinanza e la disponibilità che ha sempre dimostrato alla famiglia di Luana D’Orazio.

È passato poco più di un mese da quell’incidente orribile ma ancora sappiamo ben poco su ciò che è accaduto davvero in quella fabbrica la mattina del 3 maggio, quando la giovane mamma è stata schiacciata da un orditoio, il macchinario al quale lavorava da due anni come apprendista.

Un momento di raccoglimento e celebrazione del ricordo di questa giovane vita spezzata quello di ieri sera, mentre gli inquirenti indagano a ritmo serrato, la lista degli indagati cresce – da due di recente si è passati a tre –, omicidio colposo e rimozione dolosa delle cautele antinfortunistiche sono le ipotesi di reato. Il cellulare e gli abiti della sventurata operaia vengono passati al setaccio, come quel macchinario nel quale Luana D’Orazio è rimasta incastrata e che l’ha ammazzata.

Si cerca un perché a questa tragedia, si cerca di trovare un motivo plausibile che abbia causato l’orribile incidente, anche se no, non dovrebbe essere possibile morire sul lavoro a 22 anni. Com’era accaduto a febbraio a un altro ventenne, operaio di origine tunisina residente a Prato, morto schiacciato mentre lavorava in una fabbrica di Montale. Si chiamava Sabri Jaballah. Anche lui, come Luana, ha diritto a verità e giustizia.