
L’azzurra criticata per aver voluto una messa per i morti all’eccidio del Castello. Ieri mattina la funzione alla Carceri. Rifondazione: "Intervenga il vescovo".
In tanti hanno partecipato sabato sera alla marcia della Pace da via 7 marzo a Figline, dove il cuore di Prato è stato bagnato del sangue dei 29 Martiri. Si entra in punta di piedi e con commozione nel luogo simbolo della Resistenza pratese. Davanti al monumento dei 29 Martiri è stata deposta una corona ed è stato reso omaggio ai partigiani uccisi dai tedeschi in fuga dalla città. Presenti i rappresentanti del Comune di Prato e dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia. Tra i rappresentanti delle istituzioni anche il presidente della Provincia Simone Calamai. La presidente provinciale dell’Anpi Angela Riviello ha ricordato con rammarico che per la prima volta il Comune di Prato, essendo commissariato dopo il caso Bugetti, partecipa alla commemorazione senza un sindaco. C’era il subcommissario Renata Castrucci a rappresentare infatti l’amministrazione nell’81ª anniversario della Liberazione di Prato. Tante le badiere e gli striscioni dell’Anpi. In prima fila, come ogni anno, il partigiano Fiorello Fabbri.
Presente, a Figline, anche la deputata di Forza Italia Erica Mazzetti, accolta da qualche mugugno e critica. "Cosa fa qui? Vattene...", mormorava qualcuno, tanto che alla fine della celebrazione la parlamentare si sarebbe allontanata ‘scortata’ dalla Digos. Il motivo? Mazzetti si è fatta promotrice di una messa per ricordare le vittime dell’eccidio del Castello dell’Imperatore del 7 settembre del 1944 (la funzione si è tenuta ieri alle 10.30 alla basilica di Santa Maria delle Carceri). Un modo per riaccendere un faro su uno degli episodi più controversi della storia della città. Mazzetti ha voluto porre l’accento sulle vittime dell’altra parte. "C’è bisogno di ricucire il tessuto della nostra città – così motivava l’iniziativa – Dobbiamo essere capaci di affrontare, capire e insieme superare le cicatrici della nostra storia comune". Marta Logli, componente della Direzione nazionale del Partito democratico, aveva criticato le parole di Mazzetti: "Creano solo confusione e rischiano di offendere la memoria collettiva della nostra città. Non si può mettere sullo stesso piano chi scelse di stare dalla parte della libertà, lottando e pagando con la vita, e chi fu strumento di oppressione e violenza".
Critiche a Mazzetti sono arrivate ieri anche da Rifondazione Comunista-Federazione di Prato: "Il vescovo si pronunci – si legge su un post affidato ai social – La deputata Mazzetti, con la sua inopportuna Messa per i fascisti, sembra giocare a fare la fascista lei stessa (...). La stessa deputata la immaginiamo presente, per ruolo istituzionale, anche alle cerimonie ufficiali per la liberazione di Prato e ci sembra del tutto inopportuna la sua presenza. Ci meraviglia l’atteggiamento della Chiesa che si rende complice di una vigliaccata nei confronti della città e della sua storia. Pertanto invitiamo il vescovo Nerbini a pronunciarsi sull’evento affinché interceda nei confronti di parroci compiacenti alla richiesta così provocatoria e offensiva".
m. c.