Rapsodie in blue di Gershwin che suggeriamo per questa domenica (alle 19.43) rappresenta l’emblema di Rete Toscana Classica: un’antologia radiofonica di proposte musicali. Rapsodie in blue del 1924 mette insieme vari stili col problema di unire linguaggi diversi, il classico e il jazz al limite dell’improvvisazione: in questa registrazione Louis Lortie e l’Orchestra di Montreal. Dall’America alla Spagna di Granados: Tre danze spagnole per orchestra (alle 23.17). Domani una registrazione del 1955: Ernest Ansermet dirige Stravinskij del balletto L’uccello di fuoco (alle 13.33). Martedì l’epoca del virtuosismo e formazioni singolari: due oboi, archi e continuo in due concerti di Albinoni (alle 17.26). Un salto d’atmosfera nella forza sonora della sensuale Danza dei sette veli di Strauss (alle 20.10). Mercoledì alle 11.14, la grande bacchetta di Seiji Ozawa per Dvorak: La strega di mezzogiorno - Carnival, Ouverture - Sinfonia Dal nuovo mondo. Alle 13.45 Rafael Kubelik dirige la Sinfonia n.5 di Mahler composta nel 1902: composizione che Mahler, insoddisfatto della strumentazione, revisionerà per ben sei volte. Alle 23.34: Beethoven - Sinfonia n.8 diretta da Toscanini nel 1952. Alle 15.14, l’enigmatico Bolero di Ravel diretto da Bernstein, cui seguirà alle 20.30 un’antologia di musica boema: Smetana, Dvorak, Martinu. In una registrazione storica dal vivo (Praga 1967), RTC offre la possibilità di lasciarsi avvolgere dal suono quasi umano del violoncello di Rostropovich: Šostakovič - Concerto n. 2 per violoncello e orchestra (alle 21.33).
Venerdì con Abbado per Wagner e la voce di basso di Bryn Terfel (alle 15.40): anche il sublime Addio di Wotan - Walkure. Segue (alle 19.10) la voce d’angelo di Renata Tebaldi in scene esemplari della dolente espressività melodica di Bellini: si pensi a Casta diva. Sabato alle 20.16 la Danza delle ore, Giocanda di Ponchielli, dal Maggio Musicale Fiorentino, dirige Gavazzeni. Infine la serata all’opera: dalle 20.30 Berlioz e Les Troyens, Grand Opéra in cinque atti (1858) il cui libretto – dello stesso Berlioz – è tratto dall’Eneide di Virgilio.
Goffredo Gori