REDAZIONE PRATO

Il lavoro incessante. Bonifica del terreno

L’imprenditore, titolare del maglificio, aveva una grande quantità di merce in uno dei capannoni devastati. Una telecamera avrebbe ripreso una fiammata dai pancali della Verrilli. Calamai: "Episodi gravissimo".

L’imprenditore, titolare del maglificio, aveva una grande quantità di merce in uno dei capannoni devastati. Una telecamera avrebbe ripreso una fiammata dai pancali della Verrilli. Calamai: "Episodi gravissimo".

L’imprenditore, titolare del maglificio, aveva una grande quantità di merce in uno dei capannoni devastati. Una telecamera avrebbe ripreso una fiammata dai pancali della Verrilli. Calamai: "Episodi gravissimo".

PRATO"Mi ha svegliato l’allarme anticendio in piena notte. Sarà stata l’una e un quarto. Mi sono precipitato. Abito lì vicino, sono arrivato in pochi minuti". Massimo Bartolini, titolare del maglificio che porta il suo cognome, torna a quelle ore infernali, quando ha visto ripiegarsi su se stesso e trasformarsi in cenere il capannone che aveva preso in affitto come deposito per la merce. E la merce, per un imprenditore è lavoro, è famiglia anche, è vita e responsabilità. La voce di Bartolini racchiude ancora lo choc per un film terribile che non avrebbe voluto mai vedere: "A un certo punto ho anche pensato di entrare a mettere in salvo qualcosa, ma era impossibile...". L’inferno, iniziato nella vicina azienda di logistica, si stava allargando senza pietà, velocissimo.

"Il nostro deposito è stato completamente distrutto – racconta il giorno dopo, ancora stremato da ore passate a vedere le fiamme divorare il lavoro di mesi."Ci stiamo spostando in un capannone nuovo – spiega Bartolini – e avevamo bisogno di un deposito in affitto. E’ da un anno circa che siamo lì in via dell’Industria. E ora è successo questo disastro...". Il nuovo capannone non è molto distante da quello andato distrutto, mentre la sede della ditta, che dà lavoro a 32 persone, è a Galciana."Quando sono arrivato sul luogo dell’incendio – ricorda Bartolini – il fuoco era dall’altra parte, dalla parte dell’azienda di logistica. Il loro capannone era distrutto. Nel nostro deposito avevamo un’importante quantità di maglie cachemire e misto cachemire. Ho visto il lavoro di mesi venire divorato dalle fiamme. Solo l’enorme lavoro dei vigili del fuoco, bravissimi, ha evitato che il fuoco andasse a intaccare ancora altri capannoni...".

Bartolini si augura, a questo punto, che gli inquirenti "riescano a fare chiarezza quanto prima. E’ anche una questione di sicurezza: siamo preoccupati". L’ipotesi sui la procura sta lavorando è infatti quella di un incendio doloso. Le telecamere potrebbero rivelarsi fondamentali nell’indagine. Qualcuno dice che abbiano ripreso una fiammata alzarsi veloce dalla grande quantità di pancali di legno accatastati all’esterno della Verrilli, la ditta di logistica.Anche il sindaco di Montemurlo Simone Calamai si è precipitato sul luogo dell’incendio, dove è rimasto fino alle 3 di notte. "Mi sono recato sul posto assieme al vicesindaco Alberto Vignoli e ho verificato in prima persona la situazione. In particolare ho voluto capire se fosse necessario adottare particolari misure restrittive a tutela della salute pubblica. I vigili del fuoco, vista la tipologia dell’incendio e dei materiali bruciati, non hanno ritenuto nell’immediato di adottare particolari ordinanze – spiega Calamai – Ora siamo in attesa delle indagini dei vigili del fuoco che dovranno risalire alle cause del rogo e individuare eventuali responsabili di questo episodio gravissimo che ha causato ingenti danni alle nostre imprese e al nostro distretto".

Sul caso interviene anche Antonio Matteo Meoni, capogruppo di Fratelli d’Italia, di Montemurlo: "Ci troviamo di fronte a un danno gravissimo per il nostro sistema produttivo. Milioni di euro in merci distrutte, capannoni compromessi, aziende in ginocchio. Esprimiamo la nostra totale solidarietà agli imprenditori e ai lavoratori colpiti da questa tragedia. Le prime indagini parlano di un possibile incendio doloso: chiediamo chiarezza, tempi rapidi e massima fermezza. Chi attenta al nostro tessuto economico deve essere identificato e punito senza sconti".

Maristella Carbonin