REDAZIONE PRATO

Il ricatto a Cocci . I giorni infuocati tra accuse e smentite. Belgiorno dai pm

Altra settimana convulsa sia per le indagini sia da un punto di vista politico. Domani l’ex esponente di FdI in procura si difenderà dalle accuse.

Il cartellone elettorale di Tommaso Cocci

Il cartellone elettorale di Tommaso Cocci

Dalle accuse, ai sospetti fino alle smentite e ai primi i interrogatori. E’ stata un’altra settimana convulsa quella appena trascorsa dopo lo scandalo scoppiato a fine agosto con la notizia delle lettere anonime e del ricatto a luci rosse contro l’ex capogruppo in consiglio comunale di FdI, Tommaso Cocci. Un terremoto (l’ennesimo) che ha scosso la città anche da un punto di vista politico con il ritiro di Cocci dalla corsa elettorale per ottenere un posto in Regione e l’uscita di Claudio Belgiorno (in passato recordman di preferenze) da Fratelli di Italia dopo aver appreso di essere indagato insieme ad Andrea Poggianti, vicepresidente del consiglio comunale a Empoli di destra ed ex FdI. Entrambi sono accusati di revenge porn e diffamazione contro Cocci. Le perquisizioni sono scattate mercoledì all’alba, a casa di Belgiorno e in contemporanea nell’abitazione e allo studio legale di Poggianti dove sono andate avanti per 13 ore. A mezzogiorno dello stesso giorno i cartelloni elettorali di Belgiorno sparsi in città venivano staccati. Si era capito che l’aria che tirava era brutta. Sono passate appena poche ore e Cocci ha annunciato di ritirarsi dalla corsa elettorale per "dedicarsi a sé", ha giustificato il passo indietro. Un caos totale rincarato dalla notizia, giovedì, della chiusura delle indagini dell’altra inchiesta che riguardava Belgiorno, quella sui presunti rimborsi delle commissioni presi illecitamente quando era consigliere comunale sotto la giunta Biffoni. Una doppia tegola sulla testa dell’ex esponente di FdI che giovedì sera ha annunciato con un post su Facebook la sua uscita dal partito.

Nel frattempo la procura ha fissato gli interrogatori. Quello di Poggianti si è tenuto venerdì pomeriggio. Poggianti si è difeso dando la sua versione dei fatti. Domani, sarà la volta di Belgiorno che, assistito dall’avvocato Ugo Fanti, arriverà in procura di buon mattino tentando di dimostrare la sua innocenza. In un comunicato del suo legale diffuso venerdì, Belgiorno spiega di non avere nulla a che fare con le lettere anonime a sfondo sessuale inviate ai colleghi di partito da un anno a questa parte. Anzi, ha promesso querele e denunce sottolineando come durante le perquisizioni "non è stata trovata nessuna lettera anonima non affrancata", come invece emerso da ambienti investigativi. Se così fosse, allora chi ha incastrato Cocci? Chi ha diffuso la lettera ai giornali in modo che lo scandalo scoppiasse alla vigilia della presentazione delle liste elettorali? La procura è decisa ad andare fino in fondo tanto che le indagini non sono affatto chiuse.

A incastrare i due indagati, secondo la procura, sarebbe stata una serie di indizi. Una chat Telegram in cui si parla di droga che Cocci ha riconosciuto come una scambiata con Poggianti; il fatto che Belgiorno avesse confidato a due consiglieri comunali di parte avversa l’intenzione di voler fotografare Cocci entrare o uscire dalla loggia massonica Sagittario (a cui era iscritto da 12 anni), mostrando una foto in atteggiamenti intimi del collega di partito. La rivalità fra i due era nota da tempo e Belgiorno, secondo la procura, avrebbe voluto vendicarsi ritenendo che fosse stato Cocci a diffondere la notizia dell’indagine che lo riguardava sui rimborsi spesa. Per Poggianti il movente sarebbe stato più personale.

Laura Natoli