
La sindaca di Prato Ilaria Bugetti durante il consiglio comunale di giovedì scorso quando la minoranza ha protestato
Il primo giorno da non sindaca. Senza la fascia tricolore da indossare, senza partecipare ad eventi pubblici, senza girare in città per ascoltare qualche lamentela, abbracciare un’amica, stringere le mani, fermarsi in piazza a bere un caffè in compagnia o uno spritz veloce. Il primo giorno da non sindaca è paradossalmente un giorno di magior sollievo rispetto alla settimana “più terribile della vita politica“. Sì, più sollevata perché da quando Ilaria Bugetti ha deciso di dimettersi è come se il peso che si porta sulle spalle si fosse in parte alleggerito pur rimanendo massiccio per le accuse di cui dovrà rispondere domani, di fronte al gip. Perché il rispetto della città e dei cittadini viene prima di tutto, ha pensato quando il pressing dei ’compagni’ di partito si è fatto davvero forte. Ilaria Bugetti, la sindaca top di preferenze, vincitrice per largo distacco al primo turno un anno fa, a un certo punto ha alzato mano. Si è arresa “per amore della sua gente“ ed ha detto “ok, facciamo come mi consigliate, ok mi dimetto“. Lacrime, amarezza che diventa dolore. Ma anche colpo al cuore che in un elettroshock di emozioni si trasforma in sollievo. Con la convinzione di aver fatto la scelta più sofferta ma anche la migliore possibile. Sia per il percorso giudiziario, sia per guardare in faccia tutti nel rispetto di quel giuramente fatto nel salone consiliare e di quello con la propria coscienza. Ilaria Bugetti nel primo giorno da non sindaca ha lavorato fianco a fianco con il suo avvocato e con i suoi assistenti come aveva già fatto il fine settimana scorso. Vicino come sempre il compagno, il pensiero fisso alla figlia. Se fosse stata sindaca sarebbe scesa in strada con il Toscana Pride a dare fiato alla lotta per la parità dei diritti contenta del corteo colorato che aveva occupato il centro città così come era stata contenta del successo del festival “Seminare idee“ che aveva contribuito a far vivere tre giorni diversi alla sua Prato. “Per rispetto verso il Comune di Prato e verso la magistratura, ho deciso di lasciare l’incarico - aveva scritto sui social - È una decisione difficile, ma presa con coscienza e senso delle istituzioni. Ho bisogno di affrontare con serenità le prossime fasi, nella piena convinzione di poter dimostrare la mia totale estraneità ai fatti contestati. Chi amministra una città deve farlo con piena libertà e trasparenza. E oggi, per me, questo significa fare un passo indietro". Sotto il post della non sindaca oltre 600 commenti. Chi dà solidarietà, chi attacca, chi ricorda gli anni di Cantagallo. Il solito mix. Ilaria Bugetti, la non sindaca, non li ha visti quei messaggi. Ha ripassato fino a tarda sera le carte dell’inchiesta, ricordato date e preso appunti. E ha guardato con nostalgia la foto di quell’arcobaleno del 22 maggio scorso sul Duomo convinta che dopo la bufera si può aprire uno squarcio di luce.
Luigi Caroppo