
La soddisfazione di La Porta (FdI), Mazzetti (Forza Italia) e Montemagni (Lega)
"Mi dispiace che qualcuno non abbia capito la portata di questo evento importante che denota quanta attenzione ci sia su Prato da parte del governo centrale". Le parole di Chiara La Porta, deputata pratese di Fratelli d’Italia, sono una stilettata chiara al dem Marco Furfaro che in un’intervista di alcuni giorni fa a La Nazione aveva detto di non esser contento della visita del ministro, definita "una passerella", sottolineando che non avrebbe partecipato all’iniziativa ferragostana. Per poi precisare, post evento, che il suo "era un giudizio politico" e che forma e sostanza contano: "I parlamentari dem non sono stati invitati, altri invece sì. Come mai?". Parole poco diverse da quelle da segretario regionale dem Emiliano Fossi, che ha parlato di comizio mascherato: "È inaccettabile vedere le istituzioni dello Stato utilizzate come scenografia per selfie e foto di gruppo a uso elettorale...".
Andando oltre le polemiche, La Porta ribadisce l’importanza delle indicazioni arrivate per Prato da Piantedosi: "Ha previsto un aumento dell’organico specializzato, la valutazione del passaggio da tenenza a compagnia dei Carabinieri di Montemurlo, si è parlato inoltre dell’importanza della creazione di un cpr in Toscana e di quanto sia fondamentale affrontare con determinazione la questione della mafia cinese. Il motivo più grande per cui il comitato si è svolto a Prato – sottolinea la deputata di FdI – è proprio perché c’è una piena consapevolezza da parte del governo nazionale sulla mafia cinese che opera a Prato ma che allo stesso tempo corrompe e determina problemi".
Prato per la prima volta è centro e non periferia, la sintesi delle parole di Erica Mazzetti. "Non è casuale l’attenzione del governo al dossier Prato – aggiunge la deputata di Forza Italia -: siamo lo specchio del deterioramento della sicurezza, dovuto anche alla particolarità del nostro tessuto e alla penetrazione di nuove mafie e criminalità – oltre a quella cinese sta emergendo fortemente quella pachistana e magrebina – che portano con loro un’efferatezza maggiore, aggravata dal conclamato e grave lassismo locale, come dimostrato dalla giunta del commissariamento, quando le parole d’ordine erano ‘non è nostro problema’. Oggi è si è voltata pagina". Per Mazzetti "vanno prese molto seriamente le parole del Procuratore Filippo Spiezia sui contatti tra le mafie e le istituzioni locali, rapporti questi su cui il Pd non ha mai avuto il coraggio di fare chiarezza".
"Il fatto che il governo sia qui e abbia parlato di Prato con grande interesse è fondamentale – le parole di Elisa Montemagni, deputata della Lega – Il governo ha tastato con mano i problemi sul territorio: è fondamentale per trovare le soluzioni adeguate. Di certo non sono passerelle...".
Presente in prefettura anche il sottosegretario agli Esteri, il pratese Giorgio Silli, che ha rimarcato la portata della scelta di Piantedosi: portare il Cosp nazionale in città racconta l’intenzione concreta di dedicare attenzione a questa realtà. "Non solo il ministro Piantedosi, il capo di Stato maggiore della difesa, il capo della polizia, il comandante generale della finanza, dei carabinieri, delle capitanerie di porto ma anche tutti e 3 i sottosegretari all’Interno sono arrivati a Prato – ha dichiarato Silli – Si è trattato di un evento di portata storica per la prima volta nella storia di Prato. Esso stesso sarebbe già di per sé un risultato. E a questo seguiranno rinforzi per le forze dell’ordine e molto altro", le parole di Silli.
m. c.