REDAZIONE PRATO

Il caso Prato ring politico. Impasse sulla lista FdI. L’ipotesi di azzerare tutto

Il partito intorno a Cocci ma i tempi per la presentazione stringono. Il nodo massoneria imbarazza per l’appartenenza alla loggia di Matteini Bresci.

Il manifesto elettorale di Tommaso Cocci di Fratelli d’Italia

Il manifesto elettorale di Tommaso Cocci di Fratelli d’Italia

Quasi un uragano di fine estate. E’ quello che ha travolto Fratelli d’Italia da quando è esploso il caso Cocci, al centro di un ricatto per una foto intima dopo essere stato adescato online: dimettiti o ti distruggiamo la vita. Il messaggio era più o meno di questo tenore. Il caso è scoppiato a pochi giorni della scadenza della presentazione delle liste per le regionali (dead line il 13 settembre) e riguarda proprio il candidato in pectore di FdI a Prato.

I nomi, infatti, non erano ancora stati ufficializzati ma da settimane in città occhieggiano i cartelloni di Tommaso Cocci, Claudio Belgiorno e Gianluca Banchelli: tutti in cerca di un posto al sole in consiglio regionale. Ora non è escluso che i vertici del partito decidano di ‘azzerare tutto’. Sicuramente sono giorni di riflessione profonda dentro FdI, i cui esponenti pratesi, la deputata Chiara La Porta in primis, si sono stretti attorno al giovane avvocato. E’ un momento di vicinanza umana ma i tempi stringono: è tempo di capire cosa fare con le liste. Resettare tutto (sembra l’ipotesi più probabile) significherebbe anche, in un certo senso, voltare le spalle al giovane avvocato, vittima di questa brutta storia ma anche presentarsi alla competizione con nomi meno forti.

Sulle lettere anonime inviate a Cocci, ad altri esponenti del partito e anche ad altri personaggi della politica pratese, la procura ha aperto un’inchiesta dopo la denuncia di Cocci alla Digos: il fascicolo è per diffusione di immagini e video sessualmente espliciti senza consenso dell’interessato e per diffamazione. Cocci sarebbe stato adescato su Instagram da una certa Rebecca, profilo al quale ha inviato la foto hard finita poi al centro delle lettere. Profilo poi sparito dai social. E poi c’è l’altra questione, contenuta nelle missive: quella dell’appartenenza di Cocci alla loggia massonica Sagittario, di cui lui stesso ha ammesso di essere segretario, ma "in sonno" da giugno. La stessa loggia dove risultava gran maestro l’industriale Riccardo Matteini Bresci, indagato dalla Dda di Firenze per corruzione insieme alla ex sindaca del Pd Ilaria Bugetti. Mesi infernali, questi pre elettorali, da una parte e dall’altra, insomma.

"In silenzio aspettiamo gli esiti di questa indagine, che spero arrivino prima della presentazione delle liste per fare delle scelte, e soprattutto spero che arrivino per fare chiarezza in un metodo di politica che a me non piace", ha affermato Alessandro Tomasi, coordinatore regionale di FdI che il centrodestra ha scelto per la corsa a governatore. Tomasi, in un’intervista a Lady Radio, ai conduttori che gli chiedevano se fosse favorevole a introdurre nello statuto del partito un divieto di affiliazione alle logge massoniche, ha risposto così: "Secondo me sì, ma non solo alla massoneria". L’incompatibilità, ha detto, va sancita "con tutto quello che può ledere l’operato nella politica e nel pubblico a favore di altri interessi che sono quelli privati, legittimi".

E anche il centrosinistra cavalca il tema ‘trasparenza’, dopo essere finito nell’angolo proprio a Prato con le dimissioni della sindaca Pd Bugetti accusata di corruzione e con il Comune per la prima volta nella sua storia commissariato. "La cosa importante è far bene le liste, ci devono essere persone specchiate al di fuori di ogni sospetto", le parole del presidente Eugenio Giani a Novaradio. "Noi siamo sul piano della legalità con grande forza dalla parte di chi con accuratezza indaga e cerca di cogliere gli elementi di illegalità per eliminare le mele marce", ha continuato il governatore candidato per il ‘bis’ rispondendo a una domanda sul ‘caso Prato’. Anzi, sui ‘casi Prato’: Bugetti e Cocci. Non c’è un attimo di pace.

Maristella Carbonin