
La porzione crollata alla Fattoria Medicea (Foto Attalmi)
Prato, 17 settembre 2025 – Sono passati ormai sei mesi dal crollo di una porzione della Fattoria Medicea alle Cascine di Tavola, ma da allora nulla è cambiato. Anzi, la situazione è peggiorata. Dal maggio scorso, dopo il puntellamento delle parti pericolanti, non c’è stato alcun intervento di manutenzione con la vegetazione infestante - complice anche la bella stagione - che ha preso il sopravvento, coprendo gran parte della struttura, patrimonio e simbolo del Rinascimento toscano.
«Prima, almeno, la proprietà puliva una volta all’anno, adesso invece non è stato fatto più niente», racconta una residente che vive a pochi passi dal complesso e che, come tanti abitanti della zona, si dice amareggiata per lo stato di abbandono in cui versa un edificio che dovrebbe rappresentare motivo di orgoglio per l’intero territorio. Dopo il cedimento del marzo scorso, quando una delle case addossate a una delle torri si è sgretolata finendo nel fosso, la proprietà si era attivata per posizionare alcuni puntelli per mettere in sicurezza la parte residua e scongiurare nuovi crolli. Un intervento minimo, necessario a scongiurare altri crolli. Da allora però il tempo sembra essersi fermato.
La Fattoria, voluta da Lorenzo il Magnifico come estensione della Villa Medicea di Poggio a Caiano, continua a deperire tra incuria, lentezze burocratiche e rimpalli di responsabilità. La proprietà – l’imprenditore pratese Marco Ciottoli – aveva presentato un progetto di recupero nel settembre 2023. Ma la pratica si è subito arenata: otto mesi per fornire le integrazioni richieste, l’iter ancora in alto mare e il piano attuativo comunale che ancora manca. Una situazione destinata solo a peggiorare con la caduta della giunta Bugetti e il passaggio al commissarimaneto. La Soprintendenza, che ha già ribadito il valore storico-artistico inestimabile dell’immobile, richiede garanzie, ma senza il via libera definitivo del Comune non si può procedere.
Nel frattempo, il degrado avanza: piccoli crolli, mura pericolanti, intere sezioni coperte dalla vegetazione. «Quella che è crollata era una parte relativamente recente, costruita negli anni ’50 – aveva spiegato l’ingegnere e assessore regionale Stefano Ciuoffo dopo un sopralluogo – ma tutto il complesso è a rischio. Sono necessari consolidamenti delle fondamenta e interventi strutturali sulle torri». Parole che restano valide, ma che si scontrano con la realtà di un cantiere mai avviato e di un bene storico della comunità destinato ad andare perduto per sempre. Il paradosso è evidente: da un lato i vincoli stringenti che impediscono perfino ai residenti del parco delle Cascine di installare un piccolo pannello fotovoltaico; dall’altro, lo stesso patrimonio vincolato lasciato a crollare sotto gli occhi di tutti. Un gioiello rinascimentale, unico nel suo genere, che avrebbe dovuto essere punto di riferimento per l’intera piana, rischia così di sparire sotto l’erba e le crepe. «Fra l’altro – aveva ricordato la soprintendente Giuseppina Clausi qualche mese fa – non sono lavori che si fanno dalla mattina alla sera e comportano un forte esborso economico. Ma non è pensabile che il tempo faccia da solo il suo corso». Il rischio concreto è che la Fattoria Medicea, dopo aver resistito per oltre cinque secoli, venga inghiottita dall’incuria e dalle lungaggini amministrative. Una lenta agonia che i cittadini osservano con crescente frustrazione e che stride con lo status di patrimonio Unesco di un bene che meriterebbe ben altra sorte