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Escort sparita, le indagini su Denisa. “Due contatti telefonici la notte della scomparsa”

I cellulari di Maria Denisa Adas hanno agganciato una cella dopo la chiamata con la mamma. La donna aveva lasciato nella stanza i medicinali per il mal di stomaco. Ricerche nelle farmacie se qualcuno li avesse acquistati

Maria Denisa Adas, 30 anni, sparita dal residente Ferrucci dodici giorni fa

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Prato, 27 maggio 2025 – Due tracce di “traffico telefonico” partite dal cellulare di Maria Denisa Adas la sera della scomparsa. Gli investigatori seguono questa esile pista per cercare di capire dove sia finita la donna, 30 anni di origini romene, escort di professione, scomparsa nel nulla dal residence “Ferrucci” la notte fra il 15 e il 16 maggio. Quella sera, prima di sparire, Maria Denisa aveva avuto una lunga conversazione con la mamma, Maria Cristina Paun. Una conversazione durata circa 38 minuti come facevano tutte le sere.

E’ possibile che Denisa in quella telefonata abbia confidato alla mamma qualcosa, i suoi timori. Poi il buio totale a parte questi due scambi dati dai telefoni, non riconducibili a vere e proprie telefonate ma piuttosto a connessioni online. Gli inquirenti non sono ancora in grado di dire se sia stata la donna a compiere quelle azioni sul cellulare o se qualcuno abbia avuto accesso ai suoi telefoni. Inoltre è emerso che uno dei telefoni abbia agganciato intorno alle 2,43 del 16 maggio una cella nella zona di via Nenni, in direzione del casello di Prato Ovest. Subito dopo, entrambi i cellulari sono stati spenti, senza essere mai più essere riaccesi. Denisa si trovava a Prato, ospite del residence di via Ferrucci. A Prato era arrivata diverse volte per incontrare i clienti. Dopo si sarebbe dovuta spostare a Bologna e poi sarebbe tornata a Roma dove abita con la madre in zona Torpignattara. Ma da quella notte si sono perse le sue tracce. La donna ha lasciato il residence nella notte, come se avesse avuto “fretta”. Ha lasciato alcuni oggetti nella stanza: una coperta a cui era affezionata, un paio di scarpe con i tacchi, alcuni trucchi e soprattutto i medicinali che era solita prendere per il mal di stomaco.

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Inoltre ha lasciato l’auto parcheggiata sul retro del residence con dentro i documenti. Motivo per cui la procura, diretta da Luca Tescaroli, pensa a un sequestro di persona. Le indagini sono delegate ai carabinieri di Prato e Firenze che stano verificando tutte le segnalazioni. Soprattutto si sta verificando nelle farmacie se qualcuno ha acquistato i medicinali che Denisa prendeva per il mal di stomaco e che ha “dimenticato” nella stanza del residence. Denisa, che nella sua attività di escort si faceva chiamare Alexandra, aveva più di un centinaio di clienti in tutta Italia ed era molto apprezzata nel suo lavoro. Possibile che qualcuno l’abbia rapita per farla prostituire in modo da guadagnare parecchi soldi?

Quello che non convince è l’atteggiamento della madre della donna. E’ stata lei a lanciare l’allarme il giorno successivo alla scomparsa ma poi ha omesso, sentita dagli investigatori, dettagli utili alle indagini. A tirarli fuori è stata un’amica di Denisa che ha spiegato come la mamma le avesse detto che Denisa era stata rapita da un gruppo di romeni e che sarebbe stata picchiata e seviziata. L’amica avrebbe aggiunto che dietro il rapimento ci potrebbe essere un avvocato calabrese da sempre invaghito, anzi ossessionato, di lei. Motivo per cui la mamma è stata indagata per false comunicazioni ai pm. Il legale della Paun, Marianna De Simone, ha però fatto sapere che “si tratterebbe di ipotesi” che la mamma aveva avanzato e che l’avvocato a cui si fa riferimento sarebbe sì amico della madre ma non avrebbe mai incontrato Denisa.

Quello che è certo è che Maria Denisa temeva per la sua incolumità. “Se mi trova mi ammazza” avrebbe riferito al telefono come sostenuto da una testimone che avrebbe assistito alla chiamata senza però sapere chi ci fosse dall’altra parte della cornetta. Tutte circostanze che sono al vaglio degli investigatori.

Laura Natoli