LAURA NATOLI
Cronaca

Detenuto stroncato da malore alla Dogaia. Aveva chiesto la pena alternativa

Antonio Vannini, 58 anni, era affetto da epilessia e tumore. Si è sentito male anche per il caldo nella cella. Bindo (Uil polizia penitenziaria): "Da politici e amministrazione solo chiacchiere e passerelle"

Carcere della Dogaia

Carcere della Dogaia

Prato, 15 agosto 2025 – Non trova pace il carcere della Dogaia. L’ennesima tragedia si è consumata nella notte fra mercoledì e giovedì quando un detenuto, Antonio Vannini, 58 anni, malato da tempo, è stato stroncato da un malore. Vannini era recluso per reati contro il patrimonio e la persona.

Da tempo le sue condizioni di salute erano diventate critiche tanto che il suo legale, Costanza Malerba, aveva fatto di recente istanza di deferimento pena, in quanto la detenzione in carcere non era più compatibile con il suo stato. L’altra notte le condizioni di salute di Vannini sono precipitate all’improvviso e ha avuto un arresto cardiaco. E’ stato subito soccorso dagli agenti della polizia penitenziaria e dagli infermieri della Dogaia. E’ stato chiamato anche il 118 ma purtroppo il medico non ha potuto fare altro che constatarne il decesso. Secondo quanto riferito, Vannini soffriva di epilessia ed era affetto da tumore. Fra l’altro, nell’ultima rivolta in carcere, il 5 luglio scorso, Vannini, chiuso in cella, ebbe una crisi epilettica e non fu portato in infermeria in quanto gli agenti erano occupati a sedare la rivolta. Nel capo di imputazione contro i detenuti che hanno promosso la rivolta, Vannini compare come persona offesa. L’istanza di differimento pena presentata dall'avvocato Malerba non è mai stata accolta, forse per mancanza di tempo e visto il periodo estivo, fino al triste epilogo dell’altra notte. Le celle roventi di questi giorni, 40 gradi, e le carenze sanitarie hanno fatto il resto. Il direttore sanitario stava valutando in questi giorni l’incompatibilità della detenzione con le sue condizioni di salute precarie.

«L’ennesimo episodio drammatico – interviene Ivan Bindo, sindacalista della Uil della polizia penitenziaria – che segna ancora una volta la casa circondariale di Prato. Siamo in pieno periodo estivo con il personale che continua a lavorare a ritmi stressanti e impossibili». Recentemente un altro detenuto è morto per cause naturali mentre si trovava in una cella di isolamento per aver partecipato ai disordini di inizio luglio.

"Le attenzioni e le promesse date alla casa Circondariale da parte della politica e dei vertici dell’amministrazione penitenziaria – prosegue Bindo – sono di fatto rimaste solo chiacchiere, solo passerelle senza concretizzare nulla. C’è stato l’ennesimo avvicendamento ai vertici dell’istituto, comandante e direttore, senza una chiara e precisa posizione da parte del dipartimento dell’amministrazione penitenziaria. Sappiamo che il personale, nonostante tutto, anche ieri notte si è adoperato per riuscire in qualsiasi modo a salvare la vita del detenuto”.