Prato, 30 maggio 2025 – Le indagini sulla sparizione di Denisa Maria Adas, la escort rumena di 30 anni sparita nella notte tra il 15 e il 16 maggio dal residence Ferrucci, sono ad un punto cruciale.
Un nodo che in parte gli occhi della videosorveglianza pubblica potrebbero aiutare a sciogliere. Ma quelle immagini, richieste al Comune con un provvedimento a firma del procuratore Luca Tescaroli, tardano ad arrivare.
Un provvedimento con il quale la Procura richiede l’acquisizione delle immagini per un arco temporale in cui gli investigatori possono verificare spostamenti di mezzi e persone sospette che potrebbero in qualche modo avere a che fare col rapimento della escort.

Il motivo? Il procuratore Tescaroli si è mobilitato al riguardo scrivendo al presidente della Regione Toscana Giani, alla sindaca Bugetti, e alla prefetta La Iacona chiedendo collaborazione per potenziare il sistema di videosorveglianza.
Dal Comune fanno sapere che su tutto il territorio ci sono 220 telecamere, controllate da 5 server. Mercoledì 21 maggio la Procura ha richiesto le immagini di tutto il sistema cittadino (pari a circa 200 tera byte di dimensioni). La velocità di trasferimento delle immagini dai server alla memoria esterna della Procura è di un giga byte al secondo.
La mole di materiale richiesta – ritenuta dalla software house ’fuori dall’ordinario’- e un sistema informatico che ha qualche anno, hanno comportato problemi tecnici che la software house sta risolvendo. Il Comune è convinto che entro la fine della prossima settimana o l’inizio della successiva sarà in grado di consegnare il materiale.
Intanto la testimone amica di Denisa che ha messo sulla pista del rapimento gli investigatori ha lasciato l’Italia. La ragazza ha riferito agli inquirenti di aver raccolto le confidenze di Cristina Puan, mamma della donna scomparsa secondo le quali Denisa sarebbe stata rapita da un gruppo di romeni che l’avrebbero picchiata e seviziata e tolto i denti.
Al momento a finire nel registro degli indagati sono la madre per false comunicazioni ai pm e l’avvocato di 44 anni, Marco Crocitta, che secondo la testimone potrebbe essere stato lui intermediario fra la mamma e la banda di romeni, ad ordinare il rapimento.