LAURA NATOLI
Cronaca

La scomparsa di Denisa, avvocato indagato. Dna sulle impronte trovate nella camera

La procura ha disposto l’esame sulle tracce trovate nella stanza che la escort occupava al residence Ferrucci prima di scomparire. Verrà comparato anche quello del legale indicato dall’amica della donna

La scomparsa di Denisa, avvocato indagato. Dna sulle impronte trovate nella camera

Prato, 29 maggio 2025 – Sono passate due settimane dalla scomparsa di Maria Denisa Adas, la escort di origini romene di 30 anni, sparita nel nulla dal residence Ferrucci a Prato la notte fra il 15 e il 16 maggio. La procura sta facendo accertamenti per capire che fine abbia fatto e nei giorni scorsi ha indagato un avvocato di Reggio Calabria, 44 anni, con l’ipotesi di sequestro di persona. Al professionista, amico della mamma della donna, Maria Cristina Paun, è stato notificato un avviso di garanzia in “concorso con altri”. Un passaggio tecnico che consente alla procura di svolgere le perizie specifiche - dna e impronte digitali - sulle tracce e le impronte trovate nella camera del residence dove aveva preso alloggio la 30enne e nell’auto della donna, abbandonata a Prato con dentro i documenti.

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L’avvocato, in base alla testimonianza di un’amica della escort sentita in procura la scorsa settimana, potrebbe avere un ruolo nella vicenda, in particolare per i contatti avuti con la madre dopo la scomparsa della figlia. Sullo sfondo emergerebbe la presenza di altri soggetti, verosimilmente romeni, che agirebbero nel mondo della prostituzione a Roma. Dalla Capitale, Denisa aveva raggiunto Prato per incontrare i clienti abbordati sui siti di incontri. Secondo quanto emerso, la banda avrebbe tentato di rapire la donna già a Roma ma non riuscendoci l’avrebbe seguita a Prato da dove effettivamente si sono perse le sue tracce. A mettere su questa pista gli investigatori è stata proprio l’amica di Denisa. La ragazza ha riferito agli inquirenti di aver raccolto le confidenze della mamma della donna il giorno successivo alla scomparsa e ha spiegato che, secondo la madre, Denisa è stata rapita da un gruppo di romeni che l’avrebbero picchiata e seviziata e tolto i denti. La ragazza ha aggiunto che potrebbe essere stato l’avvocato calabrese, che farebbe da intermediario fra la mamma e la banda di romeni, a ordinare il rapimento perché invaghito e ossessionato da Denisa. Maria Cristina Paun ha taciuto di fronte agli investigatori questa versione dei fatti e così è stata indagata per false comunicazioni ai pm. La ragazza è stata ritenuta una testimone “attendibile”.

Nell’elenco degli indagati si aggiunge adesso il nome dell’avvocato calabrese che, raggiunto al telefono, si è detto estraneo alla vicenda. Anzi, ha specificato di non aver mai incontrato o conosciuto Denisa. Ha però confermato di essere amico della madre e di averla consigliata di rivolgersi alle istituzioni quando la figlia è sparita. Il legale della Paun, Marianna De Simone, ha confermato che la sua assistita non c’entra nulla con la sparizione e quelle frasi dette alla ragazza sarebbero state solo “supposizioni”. Una vicenda ingarbugliata da cui la procura sta cercando di venire a capo.

Le indagini hanno al vaglio anche due telefonate con un uomo, forse un romeno, fatte dal telefono di Denisa l’ultima notte. Si tratterebbe di traffico dati, quindi di contatti telefonici che Denisa o i suoi rapitori potrebbe aver avuto tramite qualche applicazione, tipo Whatsapp. I telefoni hanno agganciato le celle vicino al casello di Prato la notte della scomparsa, intorno alle 2,30, e poi sono stati spenti definitivamente.