Prato, 7 giugno 2025 – Un colpo netto, un solo fendente ha tagliato la testa di Maria Denisa Paun, la 30enne scomparsa e uccisa nella notte del 15 maggio scorso da un residence in via Ferrucci a Prato, il cui cadavere è stato poi trovato in un campo a Montecatini Terme. Cadavere riconosciuto dalla mamma e dalla cognata di Denisa dalla foto di un tatuaggio. Non si poteva fare altrimenti considerati i pochi resti a disposizione e il loro avanzatissimo stato di decomposizione.
E’ uno dei primi risultati dell’autopsia eseguita questa mattina all’ospedale di Pistoia dal medico legale Luciana Sonnellini. Un particolare che rivela che l’arma usata per la decapitazione deve essere stata necessariamente “importante”, come una scure o un machete, non certo i “coltellini” ai quali aveva fatto riferimento il reo confesso dell’omicidio, Vasile Frumuzache, guardia giurata di 32 anni residente a Monsummano Terme.
Impossibile, allo stato dei fatti, accertare se la povera Denisa sia stata soffocata. Nella ricostruzione dell’assassino, il delitto si sarebbe consumato nella stanza del residence a Prato; ma l’assenza di evidenti tracce di sangue lascia perplessi. A questo punto continuano le indagini, anche per capire se Frumuzache abbia eseguito la macabra decapitazione da solo o aiutato da qualcuno.
Altri sopralluoghi
Intanto è sicuro che ci saranno altri sopralluoghi la prossima settimana al casolare abbandonato di Montecatini Terme, nel bosco delle Panteraie, per verificare l'eventuale presenza di altri indizi, o anche resti di vittime, tra i rovi che coprono l'edificio diroccato e la vegetazione naturale della campagna circostante. È quanto emerge rispetto a un approfondimento che gli inquirenti avrebbero intenzione di realizzare nei prossimi giorni. La ripulitura dell'area dalla macchia incolta, che celava i cadaveri delle vittime, potrebbe essere una delle operazioni che verosimilmente saranno fatte per mettere a nudo il terreno.
La famiglia dell’assassino
La moglie e i due figli piccoli, 4 e 5 anni, di Vasile Frumuzache, sono stati portati via dalla casa di Monsummano Terme dove hanno abitato finora. Secondo quanto emerge, si trovano in una struttura protetta, una casa famiglia, lontano dall'inchiesta e dalle telecamere, ma anche da possibili vendette o ritorsioni, gesti da tenere in considerazione alla luce dell'aggressione subita da Frumuzache nel carcere della Dogaia di Prato. Inoltre nel prosieguo delle indagini si potrebbe porre la necessità di perquisire ancora la casa della guardia giurata e quindi è bene che i bambini, così piccoli di età, non siano presenti. Finora nell'abitazione, un casale nella campagna di Monsummano, vi sono stati trovati indizi decisivi, in particolare per scoprire il primo omicidio, quello della escort rumena Ana Maria Andrei, risalente all'estate scorsa.
L’interrogatorio
Frumuzache ha confermato quanto già confessato negli interrogatori resi ai magistrati della Procura di Prato ai quali nei giorni scorsi ha raccontato di aver ucciso le connazionali Denisa Maria Adas e Ana Maria Andrei. A domanda degli inquirenti, che non gli hanno contestato altri reati, ha poi negato di essere coinvolto in altri omicidi. È quanto riferisce l'avvocato Diego Capano in merito all'interrogatorio di garanzia per l'udienza di convalida a cui stamani è stato sottoposto in carcere a Prato il suo assistito, Vasile Frumuzache.
L'avvocato ha anche riferito che Frumuzache è "molto provato fisicamente e psicologicamente”. L'udienza di convalida, fissata per le 9:30, si è conclusa poco prima delle 11: il gip si è riservato la decisione anche sulla misura di custodia cautelare richiesta dalla procura. Il 32enne, ha anche spiegato il legale, è attualmente recluso in isolamento nel carcere pratese per questo non è stata fatta richiesta di trasferimento dopo l'aggressione subita e per la quale la procura ha avviato un'indagine.