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Ana Maria e la denuncia della cugina. Analisi sui resti trovati tra i rovi

La scomparsa era stata denunciata l’1 agosto dello scorso anno: dal 28 luglio la parente non riusciva a mettersi in contatto con lei. In quei giorni furono attivate le richerche delle forze di polizia, ma senza esito.

Il ritrovamento dei resti di Ana Maria Andrei nella boscaglia. vicino al casolare nella zona di Montecatini Alto

Il ritrovamento dei resti di Ana Maria Andrei nella boscaglia. vicino al casolare nella zona di Montecatini Alto

I resti del suo corpo, un mucchietto d’ossa, intrise di fango e coperte dalle sterpaglie, sono stati ritrovati giovedì sera, nella boscaglia a pochi metri dal casolare dell’orrore, di via di Riaffrico nella zona di Montecatini Alto. Ana Maria Andrei, 27 anni, rumena, escort di Montecatini, sarebbe dunque la prima vittima di Vasile Frumuzache, 32 anni, la guarda giurata arrestata mercoledì sera per l’omicidio di Maria Denisa Paun, avvenuto a Prato. La scomparsa di Ana Maria Andrei era stata denunciata il primo agosto del 2024, da sua cugina, che era preoccupata perché non riusciva a mettersi in contatto con lei da alcuni giorni, precisamente dal 28 luglio. E le ricerche erano state immediatamente attivate, con l’impegno di tutte le forze di polizia. In quei giorni furono allertati anche i pronto soccorso della zona, ma senza esito. Sparita senza lasciare traccia. Ma la famiglia non si sarebbe mai arresa.

Un dolore covato, che ieri poi è esploso nel carcere di Prato, dove il killer reo confesso di Ana Maria Andrei, è stato aggredito da un cugino della donna. Un incontro inaspettato, la rabbia e la violenza: l’olio bollente lanciato sul suo volto. Frumuzache è stato poi trasferito al pronto soccorso di Prato.

Ana Maria Andrei viveva in una casa nella zona sud ovest di Montecatini, non distante dai giardini di via Dalla Chiesa. Una confessione quasi obbligata quella resa giovedì sera dal killer, dopo che gli inquirenti avevano scoperto nella rimessa della sua casa una Bmw, risultata di proprietà di Ana Maria Andrei.

Cosa abbia scatenato quella sera la sua furia omicida resta una ricostruzione confusa resa dall’uomo, secondo cui la donn a non avrebbe acconsentito al rapporto sessuale. Sulla morte di Ana Maria Andrei indaga per competenza la Procura di Pistoia, sostituto Chiara Contesini, che nel sopralluogo è stata accompagnata dallo stesso procuratore capo, Tommaso Coletta.

I primi accertamenti da svolgere saranno quelli che permetteranno di poter attribuire quei poveri resti alla Andrei. Quelle sezioni di ossa e frammenti di indumenti nascosti dai rovi, sono stati esposti per quasi un anno alla pioggia, al vento e alle aggressioni degli animali. Difficile dire ad oggi se quei sezionamenti siano opera del killer o dell’usura di questi mesi. Ma emerge un particolare che, se confermato, getterebbe un’ulteriore luce sinistra sui delitti: l’omicida potrebbe aver usato lo stesso coltello per infliggere la morte alle vittime.

Ora i resti di Ana Maria Andrei si trovano all’obitorio dell’ospedale San Jacopo di Pistoia. L’incarico dell’esame sarà affidato allo stesso medico legale Sonnellini di Prato che stamani eseguirà l’autopsia su quelli di Maria Denisa Paun. Si profilano due indagini strettamente connesse che vedono al lavoro gli inquirenti anche con la collaborazione degli uomini del Sis di Firenze, la Sezione investigativa scientifica, chiamati a fare luce su alcuni aspetti di una scena del crimine che è apparsa da subito complessa.

Martina Vacca