
Le parole di Alessandro Tomasi, meloniano in corsa per governatore: "In lista nessun indagato o profili che possano minare l’attendibilità".
Cambiano le carte in tavola per Fratelli d’Italia dopo l’inchiesta della Procura di Prato sul ricatto ai danni dell’ex capogruppo pratese Tommaso Cocci. In poche ore, nel tardo pomeriggio di ieri, si sono susseguite tre mosse decisive: Cocci si è dimesso, il candidato governatore Alessandro Tomasi ha escluso "indagati e profili che possano minare l’attendibilità" dalle liste, mentre la parlamentare Chiara La Porta ha annunciato la propria candidatura alle regionali.
Le accuse – revenge porn e diffamazione – che hanno portato all’iscrizione nel registro degli indagati di Claudio Belgiorno, ex consigliere comunale di Prato e recordman di preferenze, e di Andrea Poggianti, vicepresidente del Consiglio comunale di Empoli, non potevano non avere ricadute dirette sull’assetto meloniano in Toscana.
"Ringrazio gli inquirenti per aver raccolto la mia denuncia e per il lavoro che stanno svolgendo, in cui ho piena fiducia - ha scritto in una nota Tommaso Cocci -. In questo momento ho chiesto al partito di fare un passo indietro per me stesso e per dedicarmi a chi mi è vicino e mi vuole bene". E ancora: " Io sono una persona perbene che ha dedicato una vita alla politica: ho reagito con fermezza perché non ho intenzione di farmi ricattare. Sono stato vittima di violazione della privacy e revenge porn. Fatti che mi hanno provocato mesi di dolore e sofferenza. Per il bene di Prato non voglio che si continui a parlare di reati che mi riguardano come persona offesa: la città merita una campagna elettorale sui tanti problemi che la affliggono".
La mossa dell’ex capogruppo ha reso inevitabile un chiarimento politico. Tomasi, che guida la coalizione di centrodestra alle regionali, ha ribadito la sua linea: "Credo che i nomi dei candidati debbano essere credibili e inattaccabili da ogni punto di vista. La magistratura farà luce, ma politicamente ritengo che nessuno debba essere immune dalla questione morale. Non possono esserci eccezioni. Non cambio idea: in lista non possono esserci indagati né profili che possano minare l’attendibilità del nostro progetto".
Dopo giorni di silenzio del partito, arriva la contromossa a sorpresa con la candidatura alle regionali della deputata Chiara La Porta. "Mi metto in campo in prima persona, candidandomi nel collegio di Prato. In questo momento di difficoltà per la mia città, se gli elettori mi sceglieranno, sono pronta a rinunciare al seggio alla Camera per mettermi a disposizione del territorio".
La Porta ha colto l’occasione per rilanciare sul terreno della trasparenza: "Durante le ultime settimane il nostro partito è stato al centro di attacchi vili e ricostruzioni fuorvianti. In molti hanno persino provato ad accostare una vicenda specifica all’inchiesta che ha coinvolto il sindaco di Prato e portato al commissariamento del Comune. Da questi signori non accettiamo lezioni, soprattutto da chi fino a qualche tempo fa si rifiutava persino di riconoscere l’esistenza del fenomeno della mafia".
Silvia Bini