REDAZIONE PRATO

Cento firme per Valditara. Il distretto chiede la rimozione del preside: "Vogliamo il nostro Buzzi"

Sono 55 le eccellenze, con fatturato pari a 500 milioni di euro, che hanno inviato una lettera al titolare del Dicastero dell’Istruzione dopo che l’iter giudiziario ha riconosciuto la leggittimità del BuzziLab, chiuso nel 2019 .

La raccolta delle firme nel 2020 a difesa del Buzzilab

La raccolta delle firme nel 2020 a difesa del Buzzilab

"Signor Ministro, contiamo su di Lei: ci restituisca il ’nostro’ Buzzi." I danni che si sono determinati ormai sono storia e, al di là dell’eventuale e da noi auspicato riconoscimento dei danni in sede giudiziaria almeno per le vicende del BuzziLab, indietro non si può tornare. Ma per il futuro si può fare molto, attuando una radicale discontinuità nella gestione, che dovrebbe tornare a essere più rispettosa delle peculiarità e dell’identità della scuola, oltre che più coerente con la fisionomia, i bisogni e lo spirito del territorio".

Il succo della richiesta al ministro Giuseppe Valditara è nella chiusa della lettera inviata ieri da imprenditori, aziende e singoli cittadini al titolare del Dicastero dell’Istruzione e del Merito. La richiesta è chiara in una missiva di ’peso’, dopo la sentenza del 22 luglio scorso con cui la Corte dei Conti Sezione Seconda Giurisdizionale Centrale di Appello ha stabilito la piena legittimità dell’operato degli organi scolastici nell’istituzione e nella conduzione del laboratorio BuzziLab, chiuso dal 2019 su decisione dell’appena insediato ed attuale preside Alessandro Marinelli. E ha assolto l’ex preside Erminio Serniotti confermando le assoluzioni dei professori Giuseppe Bartolini e Paolo Borgiotti e della dottoressa Manuela Marradi per i fatti legati alle lavorazioni conto terzi del BuzziLab.

In calce ci sono le firme delle imprese e degli imprenditori del distretto sano, che lavora e che rende Prato e l’Italia famose nel mondo per il made in Italy di qualità. Sono circa 55 le aziende che hanno firmato il documento, lanciando un chiaro appello di "discontinuità nella gestione della scuola" per un totale di circa 100 firme raccolte in pochi giorni nel bel mezzo delle ferie estive. Imprese del tessile e non solo che insieme rappresentano il distretto per un totale di fatturato superiore ai 500 milioni di euro. I nomi la dicono lunga sull’affezione per la scuola Buzzi, nata nel 1886. Eccellenze del distretto a partire dalla prima firmataria Beste per proseguire con Riccardo Marini, Fabia Romagnoli (presidente di Confindustria Toscana Nord), Moreno Vignolini ( presidente di Confartigianato Moda), Dalila Mazzi (tutti hanno aderito a nome delle proprie aziende), Astri che ha aderito alla lettera come associazione. Troviamo anche Manteco, Magniflex, Nova Fides, Alma, Pointex, Rifinizione Vignali, Filati Omega, Comistra Mario Bellucci, F.lli Balli e per il settore non tessile anche il colosso dei supermercati Conad. Firme che sono state raccolte attraverso posta certificata dall’avvocato Aldo Godi, raggiunto da numerosissime telefonate anche dall’estero da chi è voluto essere della partita. "E’ stato un segnale importante che abbiano firmato aziende oltre il tessile – chiosa l’avvocato Godi – . Ci sono tutte le imprese che rendono famoso il distretto pratese nel mondo a sostenere questa operazione". Gli scriventi, molti dei quali avevano aderito all’esposto del 2020 inviato alla Corte dei Conti, rimarcano "l’insoddisfazione in relazione alla conduzione del Buzzi, scuola cardine fondamentale sia del sistema educativo che dell’economia del territorio" e "risorsa irrinunciabile, la fonte delle competenze necessarie per portare avanti l’attività produttiva", oltre che "punto di riferimento identitario, un’istituzione a cui Prato è legata da un rapporto che non esitiamo a definire di amore". Un amore messo a dura prova negli ultimi sei anni per il trauma dovuto alla "chiusura improvvisa del laboratorio di analisi tessili conto terzi, il BuzziLab, nel settembre 2019: un atto, coinciso con il ricambio della dirigenza della scuola (è avvenuto lo stesso giorno dell’insediamento del nuovo Dirigente, ancora oggi in carica) che ha creato danni incalcolabili alle imprese che contavano su un servizio ormai consolidato, alimentato dalle imprese stesse attraverso collaborazioni e donazioni". E se i firmatari sono convinti dei danni sia alla scuola che alla citta e della grave perdita subita di "una risorsa spazzata via e mai più recuperata", con questa azione dopo il pronunciamento della Corte dei Conti Sezione Seconda Giurisdizionale Centrale di Appello, ora guardano al presente e al futuro del Buzzi chiedendo un intervento diretto del ministro per un cambio nella gestione della scuola.

Sara Bessi