
La Dogaia al centro di un maxi blitz
Prato, 8 luglio 2025 – “Recuperare e ripristinare legalità” e “sottrarre ai detenuti il controllo del carcere”. Così, il procuratore della Repubblica di Prato, Luca Tescaroli, illustra il suo sforzo per riportare il carcere pratese della Dogaia sotto il controllo dell’autorità penitenziaria rispetto a un quadro drammatico tra rivolte, torture e violenze sessuali da parte di detenuti su altri detenuti.
In una nota,Tescaroli sottolinea che nelle nuove perquisizioni è stato ritrovato “un grappolo di ulteriori telefoni”, impiegati con l’utilizzo di tre diversi router con il paradossale episodio del detenuto nel reparto di “alta sicurezza” che è riuscito “persino a postare sul social network Tik Tok foto della propria cella”. Tescaroli parla di capacità dei detenuti di controllare gli spazi con il ricorso a soluzioni sempre diverse e punta il dito sulla”compiacenza di appartenenti alla polizia penitenziaria”.
Tescaroli cita due rivolte avvenute recentemente che hanno portato a un’inchiesta per il delitto di rivolta dopo i disordini al carcere di Prato del 4 giugno e del 5 luglio scorso. Lo stesso fascicolo ipotizza i reati di resistenza, lesioni e danneggiamenti. Il 5 luglio una decina di detenuti si barricò nella Media Sicurezza tentando di incendiare materiali, brandendo spranghe e cacciaviti e sfondando i cancelli con brande. Servì l'intervento di agenti antisommossa a riportare la calma. Un episodio simile il 4 giugno, quando cinque detenuti, italiani, marocchini e libici, minacciarono gli agenti con «stasera si fa la guerra» o «si muore solo una volta, o noi o voi».
Po il capitolo delle violenze sessuali riferite da Tescaroli nella nota. Due i casi più gravi emersi: nel settembre 2023 un 32enne brasiliano ha violentato ripetutamente il compagno di cella pachistano, costringendolo a rapporti sessuali con minacce di morte e violenza fisica. Nel gennaio 2020 due detenuti hanno torturato e abusato di un giovane omosessuale tossicodipendente, infliggendogli percosse, ustioni e violenze sessuali di gruppo. Dopo l'incidente probatorio, entrambi sono stati rinviati a giudizio e il processo è in fase avanzata.