REDAZIONE PRATO

Attacco a Cocci, regia attenta. Dal raggiro della donna via web alla diffusione delle lettere

La trappola era stata già organizzata con scopo ricattatorio o è stata utilizzata successivamente?. Da febbraio all’inizio di agosto: un piano che ha vissuto momenti di silenzio e accelerazioni.

Uno dei manifesti di Tommaso Cocci (FdI) in città

Uno dei manifesti di Tommaso Cocci (FdI) in città

Una regia attenta che è riuscita ad arrivare allo scopo, quello di far scoppiare il caso. Obiettivo perseguito con pervicacia. Nel corso di alcuni mesi, non di una settimana. Della serie "non mollo finchè non arrivo al traguardo", la vicenda deve scoppiare, una ’bomba’ politica che doveva colpire probabilmente non solo il destinatario delle missive, ma anche chi gli stava intorno. E così da febbraio ad agosto il piano si è dipanato tra alti e bassi, tra momenti di stop e ore di attività intensa, frenate ed accelerazioni. Ma con un fine unico: arrivare in fondo. Chi ha mandato non solo ai diretti interessati (Cocci, vertice del suo partito, altri esponenti di FdI) le missive ha promesso che "se non bastasse" quanto fatto conoscere ci sarebbe stata anche una seconda puntata e chissà se altre ancora. Di fatto la corrispondenza si è fermata ma da poco tempo. Le lettere anonime con fotocopie di fogli A4 sono state consegnate o inviate fino all’inizio di agosto tanto che qualcuno ha trovato la ’sorpresa’ al rientro dalla ferie.

Le domande intorno a questa regia sono molteplici. La trappola web organizzata con una sedicente donna è stata messa in piedi già con lo scopo di ricattare a ’fini politici’ Cocci ("se non smetti di fare attività politica facciamo sapere queste cose"?) oppure è stata usata successivamente per il piano? Chi ha parlato dell’appartenenza di Cocci alla Loggia Sagittario conosceva bene l’avvocato-politico perché è andato a colpo sicuro smascherando la sua affiliazione alla loggia di via Lazzerini (anche con ruolo di segretario). Cocci non ha potuto che ammettere sottolineando che era in ’sonno’ da giugno. Ha evidenziato che ne aveva parlato con il vertice del partito. Ma l’"imbarazzo" una volta divulgata la notizia è stato forte e non solo in FdI, ma in tutto il centrodestra.

Sulle altre accuse, mosse nelle lettere anonime, Cocci ha opposto un fermo no escludendo coinvolgimento in festini a sfondo sessuale e all’uso di droghe anche per utilizzo hot. Nelle missive, e anche qui la regia dell’operazione non è stata generica, si sarebbe fatto riferimento ad appuntamenti con data e luogo. Fuori Prato, sul litorale toscano con tanto di volantino-invito allegato. Insomma non proprio una fotocopia di un manifesto trovato per strada. Le missive avrebbero contenuto anche conversazioni su chat attribuite a Cocci, probabili fake.

Insomma un quadro composito, non banale. "Una macedonia di accuse" dice qualcuno. Una cortina fumogena per far emergere però qualche aspetto in particolare? Con maggiore valore politico? Tipo appunto l’appartenza alla massoneria.

C’è poi la modalità di invio delle comunicazioni. Una matrioska alla rovescia. Si è partiti da Cocci per poi allargarsi sempre più quando si è capito che il caso non veniva alla luce. Gli ultimi invii sono stati fatti a distanza di mesi (febbraio-agosto) giocando le ultime carte per far sì che l’obiettivo fosse raggiunto. Si voleva colpire Cocci e il suo partito, probabilmente, entro la campagna elettorale per il voto delle elezioni regionali.

Una ’pesca a strascico’ mirata che alla fine ha dato i frutti sperati a chi ha organizzato chissà da quando il piano. Cocci nella sua giovane attività, di avvocato e politico è venuto a conoscenza anche direttamente di situazioni particolari come ad esempio questioni legate alle illegalità di imprenditori cinesi con vorticoso giro di soldi ’a nero’. Ma è stato anche protagonista sul palcoscenico delle rivalità interna al suo partito, con FdI pratese spaccato in tre, quanti sono i candidati, fino all’altro giorno, per il consiglio regionale.

Luigi Caroppo