
Daspo a seguito della. Notte bianca a Pontedera
Fu una notte durissima. Scene di violenza sconvolsero via Verdi e il centro durante la Notte Bianca: risse, urla e panico. Per quello che accadde, nel giugno scorso, la Questura di Pisa ha disposto il Daspo Urbano nei confronti di quattro persone ritenute responsabili di gravi condotte tenute proprio quella sera in cui ad un certo punto la festa deflagrò. Il Daspo urbano è una misura di prevenzione che limita l’accesso di una persona alla città o a specifiche zone della città.
Va ricordato, anche, che dopo quei fatti gravissimi ci fu la convocazione del Comitato provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica, in Prefettura, per analizzare cos’era successo e cosa è necessario fare perché non accada più. Quella notte anche agenti delle forze dell’ordine, e della security rimasero feriti nelle risse che si scatenarono durante gli spettacoli in piazza e nelle vie traverse. Fra le risse principali quella in viale Italia e le altre due in centro. Una di queste ultime due si verificò durante il concerto sul Piazzone, quando era passata da poco la mezzanotte. Ci furono denunce: un soggetto fu trovato in possesso di un tirapugni che fu sequestrato dagli agenti. E arresti: una famiglia, mamma e figli, per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale. Una notte da dimenticare, per Pontedera, nella quale successe di tutto: scorribande, atti di vandalismi sulle auto, e scene che un momento di grande festa non dovrebbe mai vedere.
Luci e ombre: dal punto di vista dei commercianti furono registrati riscontri positivi. Ma, purtroppo, altrettanto rilevante fu il caos. Nelle ore successive anche il sindaco Matteo Franconi espresse tutto il suo disappunto. "Non permetterò, lo dico chiaramente, che 30 ragazzetti mettano in discussione una città di 30mila abitanti, che 30 ragazzetti mettano in discussione 6mila giovani ragazzi che studiano e vivono la nostra città – spiegò il primo cittadino –. Oggi c’è bisogno di far capire che non sono 30 ragazzi a rovinare la reputazione e la storia di una città, del suo commercio e dei suoi giovani che ogni giorno la vivono".
Carlo Baroni