CARLO BARONI
Cronaca

Nonno a processo per molestie. La testimonianza della nipote: "Mi faceva vedere foto di sesso"

Il caso è davanti al giudice di Pisa. Nei giorni scorsi la deposizione in aula della presunta parte offesa

La vicenda arrivata davanti al giudice del tribunale di Pisa vede contrapposti nonno e nipotina della provincia Vicenda iniziata con la denuncia del padre della ragazzina: nei giorni scorsi è stata sentita in aula la presunta parte offesa

La vicenda arrivata davanti al giudice del tribunale di Pisa vede contrapposti nonno e nipotina della provincia Vicenda iniziata con la denuncia del padre della ragazzina: nei giorni scorsi è stata sentita in aula la presunta parte offesa

Una deposizione chiara. Che ha scandagliato nella memoria della giovane, ora 18enne, che ha confermato – si apprende – davanti al giudice, tutto quanto venne esposto nella denuncia querela: "Nonno mi faceva vedere foto di sesso esplicito" avrebbe detto rispondendo alle domande. Immagini appunto dal contenuto pornografico. E lei era solo una adolescente. Il processo è entrato nel vivo in tribunale a Pisa con la deposizione della presunta parte offesa: si procede per il reato di molestie. Le indagini inizialmente – lo ricordiamo – furono per corruzione di minore. La vicenda vede contrapposti nonno e nipote della provincia. Vicenda iniziata con la denuncia del padre della ragazzina. Perché la giovane, all’epoca minore, si sfogò in casa che il nonno le faceva vedere video a sfondo sessuale, e in altre occasioni la fotografava con il cellulare. Ma non era finita. Poi è stato scoperto dagli inquirenti che la ritraeva anche con la telecamera esterna di un edificio comandata da remoto.

In sede di udienza di opposizione all’archiviazione il gip di Pisa, rinviò gli atti al pm chiedendo di riformulare l’imputazione indicando il reato di molestie, non ravvisando elementi per collocare i fatti quando la bimba aveva meno di 14 anni: è il limite temporale entro il quale il codice prevede la formulazione dell’accusa per corruzione di minore. Il nonno, secondo l’accusa, avrebbe scattato immagini della ragazzina in momenti di vita quotidiana. Ma una volta in possesso di quelle immagini l’anziano – si apprende – avrebbe anche ingrandito i frame per vedere meglio le "rotondità" della nipote. Da qui le indagini con la presunta parte offesa assistita dall’avvocato Massimo Nitto. Il percorso per arrivare dagli accertamenti al processo è stato lungo e in salita. Da una prima analisi del cellulare dell’anziano non emerse nulla. E arrivò la richiesta di archiviazione. Quindi l’opposizione dell’avvocato Nitto che chiese il sequestro dell’apparecchio e l’analisi della memoria: ma gli accertamenti portarono ad una seconda richiesta di archiviazione, nuovamente opposta. Poi il legale – acquisendo copia della memoria estrapolata – riuscì ad aprire i file compressi. Ed emersero oltre 40mila immagini (parte delle quali a sfondo pornografico) e il comando remoto di una telecamera. Fu la svolta. Si torna in aula in autunno.

Carlo Baroni