
Il «grattacielo» dell’ex Mostra del Mobilio quando era nella sua fase fiorente
PONSACCORomano Cionini il "grattacielo" della ex Mostra del Mobilio di Ponsacco non riesce nemmeno più a guardarlo. Cerca di evitare di passarci davanti. Ma non è facile perché quella che era la "casa" di chi realizzava mobili, cucine, camere, armadi e arredamento – anche per le più belle e lussuose case del mondo – era stata realizzata giustamente all’ingresso della cittadina, all’incrocio più trafficato. E così non passarci diventa quasi impossibile. Magari è possibile, per chi in quell’edificio ci ha investito tempo e non solo, per chi ci ha creduto fino a sacrificare anche il tempo per sé e per la propria famiglia, girarsi dall’altra parte. Ma il cuore sa. E va oltre quello che vedono gli occhi.
"Mi chiamo Cionini Romano e sono stato per diversi anni vicepresidente della Mostra del Mobilio di Ponsacco". Inizia così la lettera che Cionini ha fatto pubblicare su Facebook dal figlio Simone. "Scrivo con amarezza e profondo dispiacere per raccontare lo stato attuale dell’edificio che un tempo ospitava la storica Mostra del Mobilio – aggiunge Cionini – Si tratta di un grattacielo di sette piani che, per decenni, è stato il simbolo dell’identità produttiva della nostra città. Ponsacco era conosciuta ovunque come la ’città del mobile’ e quella struttura ne rappresentava l’essenza. Oggi fa male al cuore vedere il palazzo in quelle condizioni, dimenticato, chiuso e decadente. Non scrivo con l’illusione che si possa far rinascere la mostra, i tempi sono cambiati e non avrebbe più senso".
"Quello stabile potrebbe essere riutilizzato in molti modi utili per la comunità – conclude l’ex vicepresidente della Mostra del Mobilio – Penso a uffici, attività commerciali, centri culturali e ricreativi e penso anche per finalità turistico ricettive. Qualsiasi uso sarebbe preferibile all’attuale. Da ex vicepresidente e da cittadino profondamente legato alla storia di questa struttura, sento il dovere di denunciare pubblicamente questa situazione. Non per creare polemiche,ma per smuovere le coscienze e ricordare che quel palazzo non è solo cemento. E’ memoria, è storia, è identità del nostro paese. E lasciarlo così è una ferita per tutta Ponsacco".
Quanto scritto da Romano Cionini è il pensiero condiviso da centinaia di ponsacchini, soprattutto da chi, delle precedenti generazioni, ha visto crescere e proliferare la lavorazione del legno e la realizzazione dei mobili e vedeva in quella struttura la "vetrina" e il fiore all’occhiello di Ponsacco. Simone Cionini, figlio di Romano, ha prestato la sua voce al padre che "che per decenni ha dato anima e corpo alla Mostra del Mobilio ricoprendo il ruolo di vicepresidente e proponendo, instancabilmente, eventi, idee, iniziative".
"L’edificio della ex Mostra del Mobilio – le parole di Simone Cionini – potrebbe ancora vivere, accogliere spazi culturali, sociali, commerciali o turistici. Invece è chiuso. Di chi è la responsabilità? Non lo sappiamo. E forse oggi non è nemmeno il punto. Il punto è che tutti noi cittadini di Ponsacco stiamo lasciando morire un simbolo della nostra storia. Il punto è che nessuno, nemmeno il Comune, ha avuto finora la forza o la volontà di rompere questo silenzio assordante. Il punto è che ci stiamo abituando a vedere marcire la nostra memoria collettiva. E questo no, non possiamo accettarlo".
gabriele nuti