
Un operaio della Piaggio intento nel proprio lavoro (foto d’archivio)
Soffre la moda del Valdarno. È in difficoltà la metalmeccanica in Valdera, sono centinaia gli operai in cig, anche sul nostro territorio. All’orizzonte non si vedono, per ora, segnali di inversione di tendenza degni di particolare nota. Mentre le bollette galoppano per tutti, il carrello della spesa pesa sempre di più, e anche nei negozi i registratori di cassa non impazziscono certo per il troppo lavoro. Tant’è che si compra meno di tutto. Meno vestiti, meno macchine e meno motorini. Qui come dappertutto. Ma quant’è pesante la crisi sul territorio? Nelle concerie i bottali girano a scartamento ridotto (la pelle è fortemente vocata all’export, e questa voce è in contrazione da più di un anno), le manovie nei calzaturifici pisani sono in affanno (in calo esportazioni e consumi interni) e la metalmeccanica non vive i suoi giorni migliori.
Samuele Nacci, segretario generale Uilm non ha dubbi: "Piaggio è una grande realtà, strategica, fondamentale. Noi non parliamo, oggi, di crisi di Piaggio. Perché Piaggio, se vogliamo fare il quadro anche sulle due ruote, soffre la crisi generale che vivono i mercati, i cali di acquisto per le rinunce a cui sono costrette le famiglie. Siamo dentro una crisi di sistema". "Pensiamo alle politiche Ue sull’automotive relativamente alla transizione ecologica: le macchine elettriche, è venuto fuori, che alla fine costano il doppio – spiega il sindacalista –. Chi non se la può permettere non compra però le altre perché non sa per quanto potranno ancora viaggiare. Il boomerang è servito. Poi mettiamoci che la Cina è vent’anni avanti a noi sull’elettrico e ha le infrastrutture che noi non abbiamo. In Italia e in Europa è diventato difficile fare impresa: ce lo dicono anche i numeri: dall’energia elettrica salita del 30%, al gas più che raddoppiato".
Un quadro generale che si riverbera nelle specificità territoriali. "L’indotto Piaggio con i suoi 700 dipendenti, divisi in dieci grandi aziende e altre più piccole, è in forte difficoltà – spiega Nacci –: ha provato a diversificare il lavoro, ma con difficoltà e margini sempre più ridotti. Poi quando si lavorano solo sei-sette mesi l’anno e la concorrenza è forte, è dura andare avanti".
Più cresce la cig, più ci sono famiglie con il fiato corto. "Qui, per esempio, Piaggio produce per il mercato europeo – spiega Nacci –. Siamo ora in un tempo nel quale c’è spazio economico nelle famiglie per cambiare lo scooter? La risposta è facile. È evidente quali sono le difficoltà che ha incontrato Piaggio che resta fiduciosa nella ripresa e ha idee chiare in merito. Noi crediamo che uno dei nodi centrali di tanti problemi – e qui non mi riferisco a Piaggio – siano le politiche Ue sul sistema industriale che non funzionano. Quello che sta accadendo sull’economia in generale ne è la prova".
Carlo Baroni