GABRIELE NUTI
Cronaca

Il "caso" della Fototeca: "Solo riorganizzazione dell’utilizzo degli spazi"

Mini e Sgueo: "Possono fare corsi nella Sala della Pace e mostre in mediateca"

Mini e Sgueo: "Possono fare corsi nella Sala della Pace e mostre in mediateca"

Mini e Sgueo: "Possono fare corsi nella Sala della Pace e mostre in mediateca"

CASTELFRANCO"Nessuno ha mai pensato di allontanare La Fototeca dai locali del comune, semplicemente abbiamo deciso di riorganizzare l’utilizzo di questi spazi per renderli accessibili anche ad altre realtà associative che erano escluse". Lo dicono il sindaco Fabio Mini e l’assessore Nicola Sgueo rispondendo al presidente della Fototeca di Castelfranco Pasquale Moffa. "La riorganizzazione degli spazi pubblici è stata decisa vista la scadenza della concessioni stipulate dalla precedente amministrazione – spiega Sgueo (nella foto) – Abbiamo deciso di tenere gratuitamente a disposizione di tutte le associazioni, compresa La Fototeca, i locali della sala della Pace e il complesso dell’Orto di San Matteo con il solo rimborso delle utenze. Abbiamo deciso di destinare la saletta mediateca ad attività di servizio o istituzionali. La Fototeca dovrebbe solo spostare i corsi nelle altre strutture comunali, continuando in qualsiasi momento ad usufruire della mediateca per mostre e proiezione. Non capiamo perché, sembra, che Moffa abbia voluto trasferire i corsi alla Casa del popolo. Ritengo tale decisione una chiara scelta politica oltre che un attacco alla nostra amministrazione. Ci sono una manciata di associazioni che negli ultimi 30 anni non hanno lasciato spazio alle altre e che ritengono che gli spazi pubblici siano loro di diritto. La nostra idea è di aprire questi spazi a tutte le associazioni culturali". "Abbiamo già notato – aggiunge il sindaco Mini – che associazioni che fino ad oggi occupavano gli spazi comunali abbiano deciso di spostare le loro attività alla Casa del popolo, come abbiamo notato che associazioni e cittadini privati vicini a quell’ala politica abbiano improvvisamente disdetto rapporti di collaborazione con il Comune o rinunciato all’adozione del verde pubblico. E’ chiaro a tutti che sia stato messo in moto un meccanismo per tentare di metterci in difficoltà. Ma Castelfranco e i castelfranchesi hanno dimostrato che esistono centinaia di realtà sociali e culturali che richiedevano spazi sul territorio e non hanno fatto mancare il loro supporto e la loro presenza, occupando i vuoti lasciati".