Francesco Ingardia
Politica

Scintille Ceccardi-Vannacci sulle liste: “Qui militanti, non truppe”. Il messaggio sulla chat interna

Elezioni in Toscana, l’ex candidata della Lega contro il Generale. Sul messaggio diventato di dominio pubblico: “Una scorrettezza”. Baroncini: “Non perdiamo tempo con il gossip”

Roberto Vannacci e Susanna Ceccardi

Roberto Vannacci e Susanna Ceccardi

Firenze, 27 agosto 2025 – Spira una brutta aria nella Lega. Il carico da novanta alla bagarre con Forza Italia per affermarsi come seconda gamba della coalizione di centrodestra alle Regionali del 12 e 13 ottobre è tutto interno. Il dualismo correntizio tra ceccardiani e vannacciani ha assunto ormai i contorni una resa dei conti bella e buona. Per postura e metodologia. La succursale toscana di via Bellerio è stata de facto commissariata dopo la scelta del leader federale Matteo Salvini di affidare al suo vice, il generale Roberto Vannacci, il ruolo di responsabile della campagna elettorale.

Il nodo delle liste

A lui più che al segretario regionale Luca Baroncini spetta il compito di vidimare le liste elettorali. Le proiezioni del Carroccio, stando ai sondaggi, stimano giusto un paio di consiglieri regionali eletti. Qui c'è il grimaldello che il generale Vannacci potrebbe utilizzare: l'arma del listino bloccato per blindare luogotenenti a lui vicini. A partire dal fedelissimo Massimiliano Simoni. Circola con insistenza un altro nome, quello di Tommaso Villa, in tempi non sospetti nell'inner circle verdiniano. Simoni e Villa, stop.

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I margini per un terzo scatto sarebbero alquanto risicati. Con Pisa a rimanere stritolata nella morsa del listino bloccato e del collegio fiorentino, vuoi anche per i meccanismi perversi della legge elettorale toscana. E quando si menziona Pisa, si menziona la capogruppo uscente in Consiglio Elena Meini, delfina di Susanna Ceccardi, candidata alla presidenza della Regione nel 2020, sconfitta da Eugenio Giani.

La zarina e il generale

Ecco, Susanna Ceccardi, la zarina contro il generale, Roberto Vannacci. Trapela in queste ore un telegramma di Ceccardi al direttivo regionale che sa molto di reprimenda al gruppo dirigente. Messaggio che sarebbe dovuto rimanere interno alla chat del Carroccio, che plasticamente fotografa una convivenza forzata di due esponenti con una concezione della politica piuttosto distante, come riportano Repubblica e La Stampa.

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Il messaggio di Ceccardi

“Non so a che punto siano Roberto (Vannacci, ndr) e Luca (Baroncini, segretario toscano della Lega, ndr) con la redazione delle liste, ma vorrei dire anch’io la mia opinione – scrive Ceccardi – Cinque anni fa fui chiamata a fare una campagna elettorale impegnativa. Allora eravamo circondati da entusiasmo, un clima che purtroppo oggi non riscontro. Sono sempre stata contraria al listino bloccato. Sarebbe deleterio e l’effetto sarebbe devastante sul morale delle “truppe” – come le chiama Roberto – anche se io preferisco chiamarli militanti. La politica, infatti, non è come l’esercito: qui c’è un gruppo di persone che non ricevono ordini, se non quelli morali che sentono dentro di sé”. Boom, lo scontro ormai deflagra. Della serie: "Caro generale, questa non è una caserma, ma un partito".

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"Questo è un messaggio a uso interno, non so chi lo abbia girato e chi lo ha fatto è stato scorretto", riferisce Ceccardi a La Nazione. Ma la segreteria che dice in tutto questo? “Non perdiamo tempo con cose riportate, inoltrate senza contesto, estrapolate, gossip, chat, strumentalizzazioni, guarda caso quasi sempre su giornali di sinistra – il commento aspro di Luca Baroncini – Siamo concentrati e a testa bassa sul lavoro: stiamo completando con gli alleati il programma e stiamo organizzando la campagna elettorale per vincere le elezioni con un ruolo della Lega da protagonista nella coalizione. Tutto il resto non mi appassiona e lo lasciamo ai giornali”.