DAVID ALLEGRANTI
Pecore Elettriche

I rischi del sostegno all’ex generale

Il nodo da sciogliere. La vannaccizzazione della Lega toscana è garanzia di sconfitta certa per Alessandro Tomasi, candidato (ancorché non ufficializzato) che ha un gigantografico problema: gli alleati che si porta appresso. Tomasi infatti non ama gli estremismi

La Toscana è una Regione che ha già dimostrato di non avere problemi a votare per la destra, ma nei piani della Lega è marginale

La Toscana è una Regione che ha già dimostrato di non avere problemi a votare per la destra, ma nei piani della Lega è marginale

Firenze, 24 agosto 2025 – In Toscana è di scena la contesa, nella Lega, fra Roberto Vannacci e Susanna Ceccardi, con il primo in vantaggio in virtù dei suoi ruoli di vicesegretario federale e responsabile della campagna elettorale toscana.

L’ex generale ha da tempo accettato la normalizzazione dei suoi toni da apprendista anti sistema, prendendo la tessera di un partito nel quale è stato eletto all’Europarlamento come indipendente e al quale ha portato moltissimi voti (Matteo Salvini è infatti assai riconoscente). Non solo: l’europarlamentare è diventato uno dei dirigenti di punta, forse con l’obiettivo di vannaccizzare la Lega. Se la missione da incursore non riuscirà, assomiglierà parecchio alla parabola di quei No Euro, poi No Vax, che hanno scelto la Lega nel tentativo di egemonizzare culturalmente la destra: un obiettivo fallito come testimonia anche, fra le altre, cose la strenua resistenza del ministro della Salute Orazio Schillaci. Se riuscirà, Vannacci è destinato a crescere fino a diventare troppo ingombrante; la strategia sembra essere, per ora, quella di far eleggere nelle istituzioni alcune persone di fiducia; d’altronde la battaglia culturale, se vogliamo chiamarla così, l’ha già vinta con i suoi best seller. Per ora potrebbe sembrare un regolamento di conti fra la passata gestione a guida Ceccardi e la nuova firmata dal generale-scrittore. Ma c’è qualcosa di più e coinvolge l’intera coalizione di destra-centro.

La vannaccizzazione della Lega toscana è garanzia di sconfitta certa per Alessandro Tomasi, candidato (ancorché non ufficializzato) che ha un gigantografico problema: gli alleati che si porta appresso. Tomasi infatti pur avendo un orientamento politico ben definito, non ama gli estremismi. A Pistoia ricorda ai suoi interlocutori che ha vinto anche perché ha affrontato la questione della sicurezza con la riqualificazione dei giardini, senza sceriffi e semmai con più mamme arrabbiate a presidiare. Nel 2024, in occasione dei festeggiamenti per il 25 aprile, il sindaco di Pistoia fece un intervento su Giacomo Matteotti “martire ucciso dai fascisti”, avviando di fatto la sua campagna elettorale con un’operazione politica di dédiabolisation. La Toscana - come già detto su queste colonne e nel podcast - è una Regione che ha già dimostrato di non aver problemi a votare per la destra. Basta dare un’occhiata ai capoluoghi ormai saldamente da anni nelle mani della coalizione che governa Palazzo Chigi. Ma i Vannacci e il vannaccismo sono proprio ciò che Tomasi vuole evitare, con tutta quella paccottiglia da “X Mas” che piace molto all’ex generale (e ahimè non solo a lui).

È il modo migliore per perdere le elezioni regionali in Toscana, dove si vota sì anche a destra, ma non per le macchiette fascistoidi. Ma forse la Lega, a differenza di Tomasi, che ci crede molto, dà già per persa la Regione e quindi preferisce semmai utilizzare le elezioni regionali per regolare i conti al proprio interno, nella logica dello scambio: è assai più interessato a poter scegliere il candidato in Veneto, senza regalare la Regione a Fratelli d’Italia. La Toscana è marginale nei piani leghisti. D’altronde la stagione del 2018 pare essere irripetibile per Salvini, anche in Toscana.

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