DAVID ALLEGRANTI
Pecore Elettriche

I suicidi nelle carceri non si minimizzano

L’associazione Antigone: “Abbiamo raccontato di crescenti tensioni, sfociate in forme di protesta che hanno interessato tutti gli istituti minorili. Abbiamo denunciato l’abuso di psicofarmaci… Non possiamo perdere ragazzi così giovani”

L’ingresso del carcere fiorentino di Sollicciano, uno degli esempi più fulgidi del malfunzionamento del sistema carcerario

L’ingresso del carcere fiorentino di Sollicciano, uno degli esempi più fulgidi del malfunzionamento del sistema carcerario

Firenze, 17 agosto 2025 – La tragedia delle morti in carcere arriva anche negli Istituti Penali per Minorenni. Un ragazzo di 17 anni si è suicidato, poche ore dopo il suo arresto, nell’Istituto penale minorile di Treviso. “Era stato soccorso ancora vivo e portato in ospedale dove è deceduto poche ore dopo. Si tratta di un dramma che testimonia la crisi del sistema della giustizia minorile” dice Antigone. Era dal 2003 che un ragazzo non si toglieva la vita in carcere. Un fatto tragico che arriva all’indomani delle minimizzazioni del ministro della Giustizia Carlo Nordio, impegnato in una spiacevole pratica di “contabilità mortuaria”, come dice il Garante delle persone private della libertà del Lazio Stefano Anastasia, che è “la fine di ogni politica penitenziaria”.

Tutto nasce da una mala interpretazione giornalistica, si specifica dal ministero, dell’ultimo rapporto del Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale. “I numeri mostrano una situazione preoccupante”, scrive il Garante, visto che “294 suicidi totali in quattro anni rappresentano una media annuale di 73,5 casi. La variazione tra il minimo del 2021 (59 casi) e il picco del 2022 (84 casi) indica un incremento del 42 per cento nel giro di un anno, seguito presumibilmente da una stabilizzazione o lieve riduzione negli anni successivi. Nel 2024 i suicidi accertati dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria sono 83, i decessi per cause da accertare 18”. Dal primo gennaio del 2025 al 31 luglio del 2025 ci sono stati 46 suicidi in carcere, meno dello stesso periodo dell’anno scorso. È una situazione preoccupante? Per il ministero della Giustizia, no, non lo è: “Nessun allarme suicidi come paventato dal Garante. Il dato numerico, certamente sconfortante, registrato nei primi sette mesi di questo anno è sotto la media nazionale dell’ultimo triennio”. Eppure, ribatte Anastasia, “se proprio vogliamo discutere delle morti in carcere come indicatore del (mal) funzionamento del sistema penitenziario, i dati si dovrebbero dare tutti e in maniera omogenea e confrontabile: quanti morti al 31 luglio del 2022, 2023, 2024 e 2025 nelle carceri italiane? Quanti per suicidi e quanti per ‘cause da accertare’ in ciascun anno? E quelli morti in ospedale a seguito di tentativi di suicidio, sono morti per suicidio o per ‘cause naturali’?”.

La risposta in questo caso sarebbe diversa e forse di più difficile minimizzazione da parte del ministero: i morti in carcere sono 140 nei primi sette mesi dell’anno. Adesso però si aggiunge anche un morto negli istituti minorili. “Abbiamo denunciato come, a partire dal decreto legge Caivano, si sia iniziato a registrare un sovraffollamento mai esistito prima, nonché la chiusura delle carceri minorili con un approccio sempre più punitivo, al posto di quello educativo che aveva portato tutta Europa a guardare con interesse al modello della giustizia minorile italiana” dice Susanna Marietti, responsabile dell’osservatorio di Antigone: “Abbiamo raccontato di crescenti tensioni, forme di protesta che hanno interessato tutti gli istituti minorili. Abbiamo denunciato l’abuso di psicofarmaci… Non possiamo perdere ragazzi così giovani”. Il governo vada a leggersi, via Facebook, i diari dal carcere di Gianni Alemanno.

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