VALENTINA CONTE
Cronaca

Un motivo di orgoglio per Pistoia. Quel legame ormai indissolubile sospeso silenzioso tra cielo e terra

Quando un reggimento smette di essere un numero e diventa memoria

Il collega Luca Mantiglioni, che ha trascorso dei giorni in Kosovo con i nostri militari, consegna la prima pagina de ’La Nazione’ del 1859 al colonnello Francesco Errico Nelle altre foto alcuni momenti dai Balcani e il ritorno della Bandiera di Guerra

Il collega Luca Mantiglioni, che ha trascorso dei giorni in Kosovo con i nostri militari, consegna la prima pagina de ’La Nazione’ del 1859 al colonnello Francesco Errico Nelle altre foto alcuni momenti dai Balcani e il ritorno della Bandiera di Guerra

PISTOIAC’è un momento, nella storia di un reparto, in cui il nome smette di essere solo un numero e diventa memoria. Per Pistoia, quel numero è il 183 e quel nome è “Nembo”. Un reggimento di paracadutisti che non nasce in questa città, ma che a Pistoia ha trovato la sua casa, il suo battito. Il 183° Reggimento Paracadutisti “Nembo” vede la luce il 1° febbraio 1943 a Firenze, inquadrato nella 184ª Divisione paracadutisti “Nembo”, la seconda grande unità aviolanciata italiana dopo la celebre Folgore. In un’Italia lacerata dalla guerra, questi uomini vengono addestrati a combattere con una filosofia nuova: rapidità, sorpresa, verticalità.

Dopo l’8 settembre 1943, l’armistizio spacca l’esercito, e il Nembo sceglie: una parte si frammenta, un’altra decide di combattere al fianco degli Alleati nell’Esercito Cobelligerante Italiano. È il segno di una fedeltà consapevole.Nel 1944, il Nembo confluisce nel Gruppo di Combattimento “Folgore”, partecipando alla campagna d’Italia. Sul fronte dell’Appennino tosco-emiliano si distingue a Tossignano, ma è a Case Grizzano, il 19 aprile 1945, che scrive la pagina più gloriosa, strappando metro dopo metro un punto strategico per la liberazione di Bologna. Il 20 aprile 1945, cento paracadutisti della Centuria Nembo si lanciano oltre le linee tedesche nell’“Operazione Herring”, l’ultima operazione aviolanciata del teatro europeo. Per il valore dimostrato, il Nembo riceve la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Nel dopoguerra il reggimento viene trasformato e spostato più volte, fino a essere ridotto a battaglione meccanizzato. Ma il destino del Nembo non era quello di restare ancorato a terra. Il 1° maggio 1991, il Battaglione Meccanizzato viene sciolto. Il 31 dello stesso mese, viene ricostituito a Pistoia come 183° Battaglione Paracadutisti “Nembo”, nella Caserma Marini, tornando nella sua Toscana. È il ritorno a casa, un cerchio che si chiude. Il 23 aprile 1993, viene elevato a reggimento e al suo interno nasce il 1° Battaglione “Grizzano”, in memoria dei combattimenti del 1945.

Da allora, il Nembo è Pistoia e Pistoia è il Nembo. La città ha adottato questi uomini che vestono il basco amaranto con discrezione. Oggi il 183° è uno degli assetti più addestrati delle Forze Armate, ha partecipato alle principali missioni internazionali - Somalia, Kosovo, Afghanistan, Iraq, Libano - mantenendo la stessa filosofia delle origini: rapidità, disciplina e fedeltà alla Patria.

Stefano Nencioni