
Le immagini postate sui social dallo stesso Bojola
Una nuova bufera politica coinvolge il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale, Iacopo Bojola, ma questa volta non ci sono di mezzo esternazioni fatte nell’aula di palazzo di Giano, come successo nei mesi scorsi in merito al terrorismo in Italia e il mondo dei sindacati. Tutto parte da un suo post sui social che lo ritrae fotografato in piazza della Sala a tagliare dei fazzoletti rossi che, in questi mesi, sono stati attaccati alla ringhiera che impedisce l’accesso diretto al pozzo del Leoncino. "C’è chi deturpa e chi pulisce" scrive il consigliere, con riferimenti a patrimonio storico e monumenti. Peccato che non si tratti di stracci lasciati lì in maniera incivile, ma dei fazzoletti rossi annodati dall’associazione "Non una di meno" per ricordare tutti i femminicidi che ci sono stati in Italia da inizio anno.
Inevitabilmente, la polemica è diventata subito incandescente. "Per noi è inaccettabile che un rappresentante delle istituzioni come Iacopo Bojola si vanti di averli strappati – attacca l’Unione Comunale del Partito Democratico – il vero degrado è culturale e politico. Del resto il consigliere ci ha abituati alle ’sparate’ prive di fondamento, con cui ci intrattiene a cadenza regolare. È possibile non condividere l’idea dell’utilizzo dello spazio, ma dare un messaggio del genere da consigliere comunale significa trattare con superficialità un tema drammatico. E il sindaco Tomasi? È questa la ’Rivoluzione del fare’?". Sulla stessa lunghezza d’onda anche le Donne Democratiche che si sono volutamente soffermate sull’aspetto della violenza e della rimozione come gesto da condannare. "Il pañuelo è un simbolo della lotta transfemminista. Non si rimuove, si rispetta – affermano i volti femminili Pd – rimuoverli è un atto politico. Chi lo strappa non sta ’riordinando’ lo spazio pubblico, sta tentando di cancellare una presenza femminista, radicale, viva. La lotta non si cancella, sappiatelo voi che incarnate un civismo ortodosso oscurantista fatto di potere patriarcale. E per favore, chi li ha tagliati ci metta la faccia anziché farsi vedere a metà".
Di nuovo sul piede di guerra anche la Cgil che, come successo in occasione della precedente polemica sul terrorismo, torna a chiedere le dimissioni del consigliere di Forza Italia. "Dobbiamo commentare un gesto violento – si legge nella nota del Coordinamento donne Cgil – e non ci sorprende perché appartiene a quella schiera di politici che ha fatto dell’odio verso le differenze una bandiera. Ma non per questo lo accettiamo e che il sindaco Tomasi continui a minimizzare e a fare spallucce ed è per questo che a Bojola chiediamo le dimissioni immediate".