FIORELLA CORTI
Cronaca

Femminicidio, centri antiviolenza soddisfatti della pena

Torna sotto i riflettori la condanna all’ergastolo inflitta a Vittorio Pescaglini, l’operatore ecologico di Fabbriche di Vallico reo confesso del...

Vittima e carnefice: Maria Batista Ferreira, uccisa a 51 anni dal marito Vittorio Pescaglini

Vittima e carnefice: Maria Batista Ferreira, uccisa a 51 anni dal marito Vittorio Pescaglini

Torna sotto i riflettori la condanna all’ergastolo inflitta a Vittorio Pescaglini, l’operatore ecologico di Fabbriche di Vallico reo confesso del femminicidio della moglie Maria Batista Ferreira, 51 anni, uccisa con quattro coltellate il 26 febbraio del 2024.

A parlarne sono le volontarie dei centri antiviolenza "Non ti scordar di te" di Gallicano e "L’Una Per L’Altra" della Casa delle Donne di Viareggio, che esprimono pubblicamente la loro soddisfazione per la giustezza dell’ergastolo.

"La sentenza - sottolineano -, ci trova molto coinvolte positivamente, perché accoglie integralmente la richiesta della pm Paola Rizzo, che ha qualificato il delitto come femminicidio e cioè come omicidio di potere maturato in un contesto di violenza di genere. Maria si era rivolta al Centro Antiviolenza, nato dopo il femminicidio di Vanessa Simonini, ma non aveva ancora sporto denuncia per paura della reazione dell’uomo. È stata la stessa pm a sottolineare in aula il ruolo decisivo dei Centri Antiviolenza e come sia stata determinante la testimonianza delle operatrici. Un importante riconoscimento che conferma l’importanza del lavoro quotidiano svolto nei nostri centri come luoghi di ascolto, protezione e di cambiamento sociale".

Il loro plauso va anche alle persone che, a vario titolo, si sono interessate nel tempo alla tragica vicenda.

"Esprimiamo la nostra soddisfazione anche per il contributo delle avvocate penaliste Valentina Zinzio, della Casa delle Donne di Viareggio, e Gabriella Tolaini, del centro antiviolenza di Gallicano – aggiungono – che hanno rappresentato come parte civile i figli della vittima, garantendo un presidio legale attento e competente. Questa vicenda evidenzia la notevole importanza della collaborazione tra i centri antiviolenza; fare rete, come condividere informazioni, esperienze e strategie, rafforza la capacità di risposta ai bisogni delle donne e rende più incisiva l’azione contro la violenza di genere. Maria Batista Ferreira non è morta per un raptus, bensì è stata uccisa in quanto donna".

Fio. Co.