
L’uomo responsabile è stato condannato a un anno e cinque mesi di reclusione con 250 euro di multa
di Luca AmodioAREZZOPrima la molestia sessuale a una giovane mamma, palpeggiata sotto gli occhi della figlia piccola. Poi le minacce al marito della donna, accorso per soccorrerla. Infine la violenta aggressione a calci e pugni contro l’addetto alla sicurezza che aveva provato a bloccarlo. Una sequenza di violenza che risale al maggio 2024 e che ora è costata una condanna definitiva all’uomo protagonista dell’episodio: un anno e cinque mesi di reclusione, oltre a 250 euro di multa, per i reati di violenza sessuale, minacce aggravate e percosse. Non solo: il quarantenne, già noto alle forze dell’ordine per precedenti episodi di aggressione e minaccia, dovrà risarcire con 2000 euro la giovane donna e con 800 euro il marito. A inchiodarlo in aula sono state soprattutto le immagini del sistema di videosorveglianza del supermercato, ritenute decisive dai giudici per ricostruire nel dettaglio quanto accaduto e per sostenere l’impianto accusatorio. Quel giorno, la giovane mamma era alla cassa di un supermercato della città, intenta a pagare il conto con la figlia piccola accanto, quando l’uomo si è avvicinato con atteggiamento spavaldo. In pochi istanti le ha messo le mani addosso, palpeggiandola con violenza nelle parti intime.
La scena è avvenuta davanti a numerosi clienti, mentre la bambina, assistendo impotente alla scena, si è subito spaventata. Sotto shock, la donna ha raccontato immediatamente l’accaduto al marito, arrivato poco dopo. A quel punto l’aggressore, rendendosi conto di essere stato notato, ha reagito con ulteriori minacce verbali, pronunciate ad alta voce: "Lo rifaccio ancora". L’atmosfera nel supermercato si è fatta immediatamente carica di tensione. Alcuni clienti hanno chiamato la polizia, mentre l’addetto alla sicurezza ha tentato di fermare l’uomo, che però ha reagito con estrema violenza: lo ha colpito con calci e pugni al volto, causandogli ferite che hanno richiesto cure mediche. Solo l’arrivo tempestivo degli agenti della Questura ha permesso di mettere fine all’aggressione e di fermare l’uomo, poi identificato e denunciato.
Durante l’ultima udienza, tenutasi lunedì, è stata prodotta in aula anche una corposa documentazione medica che ha certificato come la giovane madre abbia riportato un forte condizionamento psicologico a seguito della vicenda. A distanza di un anno dall’episodio, la donna è ancora seguita dagli operatori del servizio di salute mentale del centro antiviolenza, che l’accompagnano in un delicato percorso di supporto. "Questa sentenza è un provvedimento che rende giustizia a tutte le donne che quotidianamente sono costrette a subire atti di violenza sessuale. Speriamo che episodi come questi non vengano mai sottaciuti né tantomeno sminuiti, in modo da sensibilizzare il più possibile la società" è il commento dell’avvocato di parte civile Antonio Panella.