
Bagno di folla a Quarrata per le esequie dell’ex giocatrice e allenatrice di volley, scomparsa domenica. La commozione delle compagne di campo e di vita: "Nella partita contro di te il male ha perso 3-0".
"Meri, vivrà per sempre: non sarà dimenticata". È la promessa che gli amici della pallavolo, compagne di squadra e avversarie sul campo di gioco, allenatori e dirigenti, hanno pronunciato solennemente nella chiesa di Santa Maria Assunta a Quarrata, ove è stato officiato da Don Fulvio Baldi il funerale di Meri Malucchi, la campionessa di vita e di volley scomparsa domenica scorsa nel presidio hospice La Limonaia di Spicchio, a Lamporecchio. La sua lezione non sarà scordata: occuparsi, grazie al gruppo social ’Meri Team: Alziamo il Muro’ da lei ideato e fondato con l’amico avvocato Gianni Assirelli, degli altri, di coloro che non stanno bene.
Dinnanzi al marito Mauro Innocenti, visibilmente provato, a mamma Lucia in lacrime e al fratello Fausto, legale di grido, uno dei primi che difesero il Pirata Marco Pantani nonché primo sostenitore del campione Vincenzo Nibali (il babbo di Meri e Fausto, Bruno, scomparso prematuramente, è stato il primo presidente sportivo dello Squalo di Messina), tanta, tantissima gente le ha dato l’ultimo deferente saluto.
Tra i presenti, la bandiera del Cagliari calcio Raffaello Vescovi, anch’egli originario di Mastromarco, l’ex arbitro internazionale di volley Maurizio Borgato, pallavoliste di ieri e di oggi (Rossetti, Ferretti, Mosi, Reolon, Bellagambi, Innocenti, le sorelle Quadrino, Niccolai – arrivata direttamente da Pesaro –, Bianchi, Ferrari, Mungai, Morosi, Morotti, Pagni, Bruni, Brunetti, Novi, Pollastrini, Pieralli, Di Paolo, Bechini…), allenatori (Bagni, Querci, Turi, Peruzzi, Beccani, Tonini…), dirigenti (Ferri, Quadrino, Gariboldi…).
"Il male ha preso il fenomenale corpo da atleta, con cui Meri l’ha combattuto strenuamente, ma davanti ai suoi valori, ai suoi sogni, oggi diventati la sua immensa eredità di amore, amicizia, solidarietà, caro tumore, oggi hai perso 3-0", l’ha ricordata così Mosi a nome del gruppo ’Meri & Friends’.
Per concludere "Meri, ci hai chiesto nei tuoi ultimi giorni di vita ‘non dimenticatemi’ e noi non lo faremo. È una promessa: il muro diventerà sempre più alto. Cominciamo subito, alziamo il muro tutti insieme" e i partecipanti alla funzione, diretti alla perfezione da Assirelli, hanno eseguito quanto richiesto, disciplinatamente, come fossero in un palazzetto dello sport, indossando le magliette Alziamo il Muro. Don Fulvio ha sottolineato come si senta sempre la mancanza terrena, ma la vita continui in una nuova dimensione, il nipote Lorenzo ha ringraziato chi si è preso cura di lei in questi mesi, invitando tutti a non scordarla.
Alla fine, fuori dalla chiesa, al momento in cui il feretro è partito alla volta del cimitero si sono levati al cielo tanti palloncini colorati e le colleghe di un tempo hanno palleggiato per l’amica, che nella malattia amava definirsi Wonder Woman. Un paio di superpoteri, Meri li aveva davvero: la grande umanità, capace di riunire il mondo del volley in un abbraccio, e fare del bene al prossimo nella sofferenza.
Gianluca Barni