
Lorenzo Andreotti aveva compiuto 18 anni il 4 giugno scorso
Diciotto anni festeggiati il 4 giugno, l’estate vissuta come si fa a quell’età: una vacanza con gli amici in Spagna, eppure ritagliando sempre spazio per il servizio all’altro. Di quelli che da giovani può succedere di svolgere con spirito di costrizione, come un’esperienza del tutto temporanea. Lui no: a muoverlo sempre cuore e convinzione. Disposizione rara in modo così totale a quell’età. Poi in un attimo si è spento tutto. La brillantezza, la cura per l’altro, la vitalità, quel bagaglio d’altruismo. Gli occhi chiusi per sempre e di Lorenzo più nessuna traccia terrena, solo già un mucchio di ricordi. Tutti belli e preziosi, d’insegnamento anche per il mondo dei grandi. Aveva solo diciotto anni Lorenzo Andreotti quando ieri ogni speranza di sopravvivere a quella malattia improvvisa, inaspettata e velocissima, si è dissipata definitivamente. Leucemia, diagnosticata neanche un mese fa e già al capolinea. Un evento che ha sconvolto la famiglia che sulla nostra montagna è molto conosciuta, con il babbo Paolo Andreotti al vertice del Lions Club Abetone Montagna Pistoiese e dell’associazione Scacchi Dinamici, e la grande comunità degli amici, con i compagni e le compagne di classe, al liceo classico Forteguerri che ora rientreranno sui banchi della quinta con un macigno sul cuore, il gruppo sportivo del nuoto all’H2sport, e la città tutta che incredula ha appreso la notizia nella tarda mattinata di ieri. A questo inesauribile e commosso abbraccio si è aggiunta poi la Fondazione Maic di Pistoia, là dove Lorenzo svolgeva con grande trasporto quel servizio all’altro che lo ha accompagnato sempre.
"Ho conosciuto Lorenzo nel 2021 in ambito scolastico – ricorda Diego Pancaldo, oggi presidente della Maic –, apprezzandone serietà e responsabilità. Dal 2023 ha cominciato a frequentare la Maic, ha partecipato alla Gmg di Lisbona, ai pellegrinaggi che abbiamo svolto tra Svizzera e Germania e poi ai soggiorni estivi con i nostri ragazzi. Così era stato anche quest’anno. È stato evidente a tutti quanto fosse spiritualmente cresciuto nell’ultimo periodo.
"Una trasformazione sorprendente per un ragazzo di 18 anni. A lui avevo affidato una situazione più impegnativa del solito. Ecco, è stato straordinario constatare l’incredibile dedizione che lo ha accompagnato. Sì dal punto di vista del servizio, ma anche da quello della preghiera. Non l’ho notato solo io, ma anche agli occhi dei colleghi è stato evidente questo balzo in avanti. Siamo rimasti tutti ammirati". La malattia si è improvvisamente manifestata a agosto inoltrato. Gli approfondimenti che ne sono scaturiti hanno indotto al ricovero all’ospedale fiorentino di Careggi.
"Il 17 agosto ha partecipato a una messa qui alla Fondazione – ricorda ancora Pancaldo –, una settimana dopo la chiamata del babbo da Careggi che tutto era drasticamente cambiato".
E inedito e assolutamente straordinario anche in una situazione così dolorosa e provante è stato il modo di porsi di Lorenzo, come se nonostante quell’inciampo la gratitudine alla vita dovesse comunque essere incrollabile. Lucido e presente fino a pochi giorni fa, fino a quando gli ultimi disperati tentativi di contenere gli effetti di quella piena devastante sono stati vani. "Rileggo ancora adesso il suo ultimo messaggio – dice ancora con ammirazione Pancaldo -. “Grazie per le preghiere di tutti voi. Dio vi benedica. Addio“".
Lorenzo lascia il padre Paolo. la mamma Roberta Galeotti, insegnante alle scuole Frosini e il fratello maggiore, Gianmarco.
"Paolo è un uomo forte – commenta ancora per noi don Diego Pancaldo – sta dimostrando una capacità di reagire meravigliosa, lo dice lui stesso: “mi meraviglio di questa forza e di questa pace trovata da Lorenzo nei giorni scorsi e trasmessa a tutte le persone che ha avuto dintorno. C’è una dimensione di preghiera che ha dato forza a tutti“.
In quest’ultimo periodo ci ha lasciato tutti ammirati e stupiti perché tutti lo conoscevamo come un ragazzo d’oro, da tutti i punti di vista, ma c’era un qualcosa in più che in questi ultimi mesi lui viveva interiormente. Quest’anno non era mancato una volta nemmeno alle lodi. Il dolore, specialmente di un giovane così, resterà sempre un mistero che va oltre la nostra capacità di comprensione. Però lui l’ha affrontato con questo atteggiamento di pace che ha manifestato fin da ultimo".
La camera ardente è allestita da ieri nelle cappelle del commiato della Misericordia, in via del Can Bianco. Il funerale sarà oggi, alle 15.30, nella chiesa della Fondazione Maic.
Linda MeoniAndrea Nannini