PIERA SALVI
Cronaca

Crollo a Firenze, il fidanzato di Luana D’Orazio: “L’omicidio sul lavoro deve diventare legge”

Parla Alberto Orlandi: “Ogni volta rivivo quanto accaduto tre anni fa: occorre giustizia. In quel cantiere evidentemente c’era qualcosa che non andava"

Agliana (Pistoia), 18 febbraio 2024 – ”Cosa fare in concreto per fermare le stragi sul lavoro? La prima cosa è la giustizia. Nei tribunali è scritto che la legge è uguale per tutti, ma non è così. Chi ha manomesso un macchinario causando una morte può continuare a lavorare e non andare in galera. È di 10.300 euro la multa fatta all’azienda dove è morta Luana. Con queste sentenze le vittime vengono di nuovo uccise dalla legge". Parole pesanti come macigni che arrivano Alberto Orlandi, il fidanzato di Luana D’Orazio che il 3 maggio 2021 perse la vita (a soli 22 anni) schiacciata dall’orditoio a cui lavorava, in un’azienda tessile pratese. "Mi vengono i brividi, sale la rabbia – aggiunge –. Luana non si è sentita male. È morta per schiacciamento della cassa toracica perché il macchinario non aveva protezioni. Queste non sono morti bianche e dobbiamo batterci per il riconoscimento degli omicidi sul lavoro. Ci sono tante ditte regolari – mette in chiaro –, ma chi sbaglia non deve più avere la possibilità di mettere a rischio la vita delle persone. Anche questa è una guerra che viviamo tutti i giorni in Italia. Penso che anche dal basso possiamo cambiare la storia".

Orlandi è intervenuto in un evento organizzato dal comune di Agliana, che si è unito al lutto regionale proclamato dal governatore Eugenio Giani in seguito alla gravissima tragedia sul lavoro avvenuta a Firenze. Nell’occasione, sono state annunciate iniziative mirate a rafforzare la sicurezza sul lavoro coinvolgendo le imprese, non solo per rispettare le normative ma anche per innescare un cambio culturale. Il sindaco Luca Benesperi e il consigliere delegato alla sicurezza sul lavoro Alfredo Fabrizio Nerozzi hanno quindi invitato Orlandi, ritenendo fondamentale la testimonianza di chi ha vissuto la drammatica esperienza di queste morti atroci. "Questa iniziativa prende spunto dalla tragedia avvenuta a Firenze – dice Benesperi –. C’è la necessità di atti concreti, oltre al minuto di silenzio che si fa in queste occasioni. Dobbiamo fare qualcosa di propositivo". Il comune di Agliana ha iniziato da qualche anno un percorso per sensibilizzare alla sicurezza sul lavoro, con l’istituzione del delegato alla sicurezza, in seguito alla mozione votata in consiglio comunale dopo la morte di Luana e quella di Sabri Jaballah, anche lui ventiduenne, deceduto tre mesi prima di Luana in un’azienda di Montale.

Grande la commozione di Orlandi, che ha provato a spiegare cosa sta vivendo ora e ogni volta che una vita viene spezzata sul lavoro, come quella della sua amata Luana. "Ogni volta rivivo quanto accaduto a Luana. Esprimo cordoglio alla famiglie degli operai vittime di questa strage enorme che non doveva succedere. Ma se è accaduta – osserva – è perché non c’erano sicurezze, come non c’erano per Luana che ci è stata portata via. Qualcosa che non va c’è. Luana tre anni fa è diventata un simbolo, ma non basta per fermare le stragi. Ogni giorno capiamo che il lavoro non è sicuro. Dobbiamo ringraziare il Signore se torniamo a casa". Orlandi ha quindi rilevato l’importanza dei sindacati nella tutela della sicurezza dei lavoratori, ma anche l’insufficienza dei controlli. "Ottocento ispettori sul lavoro in tutta Italia – conclude amaramente –, cosa possono fare?".