LINDA MEONI
Cronaca

Greg & the Frigidaries in Fortezza: "La mia ricreazione del rock’n roll"

L’artista e il suo quartetto stasera ripercorreranno uno dei generi più interessanti degli anni ’50/’60 .

L’artista e il suo quartetto stasera ripercorreranno uno dei generi più interessanti degli anni ’50/’60 .

L’artista e il suo quartetto stasera ripercorreranno uno dei generi più interessanti degli anni ’50/’60 .

Già li vedi arrivare e pensi a un salto nel passato, proiettati in un’atmosfera anni Cinquanta Sessanta; poi li senti suonare e tutto si fa praticamente palese, in un mix di ritmi swinganti e rockeggianti che fa dei Greg & The Frigidaires un’autentica Doo-Wop band dai cui strumenti e dalle cui voci escono pezzi spumeggianti presi in prestito ai Coasters, ai Diamonds o ai The Cleftones, ai Beach Boys o ai Platters, solo alcuni dei big del genere di quegli anni, insieme ad altri originali pregni di sagacia e ironia. A tirare le fila c’è Greg, ‘quel’ Greg che per molti fa il paio esclusivamente con Lillo, ma che in realtà è un frullatore d’altre cose. Tutte artistiche, tutte creative. E, è la verità, tutte perfettamente riuscite (come, per dirne una recente, l’esperienza alla regia teatrale de "L’anatra all’arancia", un successo anche da noi al Manzoni). Sarà lui con la sua formazione (Alessandro Meozzi, Luca Majnardi, Olimpio Riccardi, Giovanni Campanella e Giulio Scarpato) protagonista della seconda data Spazi Aperti di Teatri di Pistoia questa sera alle 21.15 alla Fortezza Santa Barbara.

È possibile rimanere seduti durante un live di Greg & The Frigidaires? "È tutto improntato al divertimento. E quando vedi la gente che spontaneamente si scatena è divertente anche per noi".

La musica è nelle sue corde da sempre con tante band diverse. Ce n’è una cui è legato più di altre? "I Jolly Rockers mi hanno accompagnato dal 1982 per quindici anni. Ci sono molto affezionato, con loro ho iniziato a fare rock’n’roll con brani miei e cover degli anni ’50. Poi i The Blues Willis venuti subito dopo. E oggi i Frigidaires, la mia personale ricreazione".

Che ragazzo è stato? "Ho iniziato da bambino con la passione per i disegni, i fumetti e la musica. Avevo 6 anni e ascoltavo i dischi jazz di papà. Non mi è mai piaciuto il calcio, mi piaceva leggere. L’ho sempre vissuta bene. Certo, di coetanei affini ce n’erano pochi. Fino agli anni del liceo, quando è esplosa una grande varietà d’interessi e gusti, specie musicali. Mio padre era da un lato diviso perché avrebbe voluto per me un lavoro serio e sicuro. Però dall’altro era lui stesso appassionato, tra pittura e poesia".

Le piace la definizione "demenziale" quando si parla di comicità? "Sì, ma non legata a quello che faccio. Con Lillo l’abbiamo anche sperimentata con la band che ogni tanto affiora, Latte e i suoi derivati. Ma non è quella la cifra. È surreale, è umorismo di situazione".

Esiste ancora la satira? "Nella satira politica non c’ho mai creduto. C’è chi l’ha fatta meglio, come i Guzzanti. Ma in generale la trovo un gioco speculativo, facile e poco fruttuoso. Fai satira perché chi è della tua idea ride, chi è contrario non la cambierà e anzi ti detesterà. Trovo invece molto più fertile fare satira di costume, eredità della commedia dell’arte".

Cosa c’è all’orizzonte per Greg, con o senza i The Frigidaires’? "Col gruppo abbiamo un bel po’ di date in giro. In radio con Lillo torniamo con la trasmissione 610. Siamo al 22esimo anno, stavolta in fascia pomeridiana dal lunedì al venerdì. A ottobre sarò a Roma per un periodo con il mio secondo monologo, ‘Io e il diavolo’, poi sarò in giro per teatri qualche mese con la commedia ‘A mirror’ e a marzo di nuovo a teatro con Lillo".

Linda Meoni